IL DARDO DEL 12 GENNAIO: l’arte di plagiare i testi altrui nelle sue tesi: ecco il talento della neo “mezza” ministra Azzolina che da copione non si dimetterà

 Il dardo dello scopiazzo:

Qualche avvocato d’ufficio locale ha provato, nei giorni scorsi, a difendere la neo ministra Lucia Azzolina dalle accuse, oggi evidentemente più che mai  motivate, dalla sua collega parlamentare leghista Cristina Patelli che faceva presente come la biellese di origini siciliane avesse prodotto una serie di inopportunità gravi: presentarsi all’orale che l’avrebbe abilitata alla professione di dirigente scolastico ed esaminata da una Commissione dipendente dal ministero dell’Istruzione non andava fatto.

E’ quasi disonesto.

Una persona che dimostri etica, pur essendosi iscritta alla prova nel momento in cui non era parlamentare, avrebbe dovuto soprassedere dal presentarsi, essendo cambiate le condizioni. Così non è stato. E in più quella che sarebbe diventata di lì a poco ministra, peraltro sostituendo da vice il suo ministro che si è dimesso perché non ascoltato, ministro del quale avrebbe dovuto condividere la linea e quindi dimettersi per coerenza  a sua volta pure lei, rilancia e dice sì al Ministero, altra cosa di dubbia opportunità, questa volta politica e di coerenza politica.

Tornando alla prova orale per diventare preside, non ne esce neppure benissimo Azzolina, dimostrando di tralasciare totalmente alcune materie come inglese e informatica. Pazienza, avrà pensato, la prova la passo con i restanti temi. Ma fa tuttavia scena muta su un tema cardine, per un preside nel 2019, quale l’interculturalità.

Poteva già essere abbastanza così, invece Patelli viene accusata (è peraltro l’unica nel Biellese a far rilevare queste cose nel silenzio più totale di vecchi e nuovi alleati e avversari) dagli avvocati difensori della Azzolina di non avere titoli e competenze.

Poi arriva la conferma delle perplessità della leghista. Repubblica pubblica ieri un articolo nel quale denuncia che il vizietto di influenzare l’andamento delle prove (con interviste o copiando), in generale a fare la furbetta (nella fattispecie questo secondo aspetto), per la neo ministra è un vizio antico. Nel servizio di Repubblica si evidenzia come la ministra della Scuola abbia copiato nel 2009 ampi passaggi della tesina presentata per abilitarsi all’insegnamento alle superiori. Un plagio in pratica, senza citare i riferimenti, senza mettere virgolettati. Ha usato brani di altri consegnandoli come propri.

A questo punto tralascio l’imbarazzo che dovrebbe causare al Movimento 5 Stelle e agli avvocati difensori che fino ad ora hanno stabilito senza dubbi che il diploma della Patelli (ottenuto senza barare) nulla fosse in confronto alle lauree della ministra. Ebbene: meglio un dignitoso diploma che lauree plagiate.

E poi ancora l’imbarazzo politico in cui sono finiti i 5 Stelle: ora dovrebbe dimettersi senza pensarci due volte, la Azzolina, come veniva richiesto da lei e dai suoi colleghi nei confronti di un analogo episodio capitato alla piddina Madia. Ma dubito che una persona che non presta attenzione al copiare una tesina abbia la rettitudine di farlo. Le schiene dritte, ormai, i 5 Stelle le ostentano solo a parole. E poi siamo in Italia ovviamente. Nel 2012 il presidente ungherese Pal Schmitt dopo che si è scoperto che aveva copiato la tesi di dottorato si è dimesso. E così ha fatto Annette Schavan in Germania: la ministra dell’Istruzione dopo che è diventato pubblico che aveva copiato la tesi di dottorato si è dimessa nel 2013. E in Italia?  Eh niente, cosa si farà mai? E’ una ragazza, ha peccato di ingenuità, non l’avrà fatto apposta, ma per così poco… Attendo queste ed altre fantastiche scusanti presto online pubblicate dai soliti azzeccagarbugli che a un decoroso silenzio rilanceranno con una valanga di panzane che solo in Italia ci permettiamo di fare.