ILDARDO DEL 28 OTTOBRE: QUANDO L’UMBRIA E’ PIU’ FORTE DEGLI INCIUCI

Nel dopo voto in Umbria, dove la candidata Presidente Donatella Tesei vince con il 57,5% dei consensi, inizio a vedere compagni del Pd e pentastellati che graffiano sui vetri per cercare consolazioni e giustificazioni che contraddicono la realtà.

La Lega ha trionfato, non c’è possibilità di smentita. L’alleanza Pd-5stelle ha dimostrato di essere inutile e soprattutto sempre più deleteria per il 5 Stelle, tanto che il crollo all’8% scarso certifica come i voti mancati del movimento siano passati quasi in toto seppur in calo alla destra (se così si può dire quando si perde clamorosamente, ma qualcuno si accontenta di partecipare, non di vincere, come avveniva ai tempi del PCI).

La sinistra intercetta quasi sicuramente una parte dei voti della neonata costola di Italia Viva (che non ha partecipato ma ha dato indicazioni di voto) e qualche voto in uscita dai 5 Stelle di persone che piuttosto che votare il vecchio movimento ormai allo sbando sono tornate a votare a sinistra.

Ma la realtà dei fatti è che il governo nato a palazzo per mandare a casa Salvini ha fallito alla sua prima prova con le urne. Se gli italiani decidono di votare, scelgono la Lega. E siamo in Umbria.

Nel giro di qualche mese ci saranno altre elezioni importanti, tra le quali l’Emilia Romagna. E vorrò proprio vedere, quando le conferme daranno ragione alla Lega, che cosa potrà succedere al governo di Roma.

Ultima considerazione: qualcuno può pensare che la gente non sia andata a votare, che l’astensionismo abbia premiato la destra (anche Fratelli d’Italia non dimentichiamo che ha raggiunto la storica doppia cifra). La Lega si è avvicinata al 38%, guarda caso al consenso di inizio agosto, non ha quindi perso nulla a dispetto dei sondaggi degli ultimi mesi.

Al voto, dicevo, si è presentato il 65% degli aventi diritto e quindi un numero molto alto. E quindi cosa resta ai critici? Poco a mio avviso, se non l’onestà intellettuale di ammettere, malgrado gli apparenti scalpori legati a Italia Viva o le azioni di un governo artificiale rispetto ai sentori del paese, che l’Italia va convintamente a destra e che come leader della coalizione brilla la Lega di Salvini.