Mi mancavano le consuete rimostranze contro la caccia di chi non la tollera e usa contro di essa atteggiamenti assolutamente pretestuosi per giustificare la propria contrarietà e le proprie paure. E infatti le lamentele sono arrivate puntuali, dopo qualche settimana di questo breve tempo in cui è concesso cacciare nel corso dell’anno. Come in ogni stagione, tutti coloro che ce l’hanno con la caccia iniziano ad esternare auto pietosismi e vittimismi. Sono per fortuna un numero ristretto di persone che temono addirittura della loro incolumità, senza conoscere le regole del mondo venatorio. Ed evidentemente neppure i luoghi nei quali è possibile praticare la caccia. Allo stesso modo in cui queste persone girano per i boschi, lo fanno anche i cacciatori. E questi ultimi pagano, contrariamente dai primi che si lamentano, anche una tassa per farlo. E sono in regola.
Questi ambientalisti della domenica diventano così anche guardie venatorie auto nominatesi e decidono, o pensano di farlo con giudizi sommari, dove e come i cacciatori debbano e possano sparare, senza tenere in considerazione che nella stragrande maggioranza dei casi i cacciatori sono persone corrette e preparate. Poi, per carità, come l’automobilista che prende una multa e infrange il codice, anche fra i cacciatori può esserci qualcuno che non rispetta le regole, ma sempre come per gli automobilisti se commette un illecito viene sanzionato. E non dai passanti ma dalle autorità preposte.
Assicuro la signora che in località Pettinengo si è imbattuta in un cacciatore che le ha chiesto silenzio che sono davvero pochi coloro che non rispettano le regole. E poi vorrei poi conoscere anche la versione del cacciatore, magari disturbato dal vociare e da comportamenti non corretti di chi “raccoglie castagne”.
Alla fine ci vedo sempre molta ipocrisia in queste denunce allarmistiche: il cartello “Oggi polenta e cervo” campeggia da anni e anni in bella vista fuori da un locale sulla strada per Oropa e quindi qualcuno che la mangia, la selvaggina, c’è eccome. E il prosciutto e i salami vengono venduti. Chissà come mai queste persone che si preoccupano sempre dei cacciatori non vanno a visitare un mattatoio dove vengono uccisi gli animali da allevamento che poi vengono acquistati nelle macellerie e nelle gastronomie dagli stessi benpensanti, una volta dismessi gli abiti del trekking domenicale?
E’ da verificare poi se le cose siano andate davvero così come sono state raccontate ai giornali: chi esclude, ad esempio, che il cacciatore prima di richiedere il silenzio non sia stato insultato copiosamente dalla passante boschiva?
I cacciatori sono dappertutto? Sono dove l’attività venatoria è prevista e regolamentata. Se i cacciatori cacciano in determinati luoghi è perché hanno l’autorizzazione per farlo.
Il cacciatore, per concludere quella che purtroppo temo sia una polemica che non si chiuderà mai, è formato, sa dove sparare e come farlo. E se per una settimana all’anno si ritiene di non essere in sicurezza per raccogliere le castagne in un boschetto, si può tranquillamente sceglierne un altro. La caccia dura tre mesi, lo ricordo, per gli altri nove le stagioni sono sbilanciate a favore dei non cacciatori, che di questo dato dovrebbero tenere conto.
Guido DELLAROVERE
Presidente Provinciale F.I.D.C. d Biella