IL DARDO DEL 14 NOVEMBRE: LA SEGRE USATA

Proporre a Biella la cittadinanza onoraria a Liliana Segre è un gesto volto più alla ricerca di una facile visibilità che legato a significativi ancoraggi con la realtà.

Nasce dalla necessità di richiamare su di sé l’attenzione piuttosto che da un reale senso di solidarietà nei confronti di una persona che non è affatto minacciata.

Spiego meglio quest’ultimo concetto: oggi la rete è intasata da fake news e “odiatori seriali” nei confronti di chiunque argomenti al di fuori della propria sfera di “conforto”. Si chiama confort zone, appunto. Se scrivo contro lo sbarco indiscriminato di migranti sulle coste italiane troverò facilmente il consenso da parte di chi la pensa come me, che a sua volta argomenterà in favore dell’opinione originale.

Ma troverò anche un numero uguale e contrario di persone che mi darà contro, nei modi e nelle forme più varie, arrivando anche ad insultarmi e a rinominarmi come becero razzista. La rete, oggi, nelle sue forme interattive chiamate social, promuove naturalmente questo genere di comportamenti. Sono l’immagine della società? Direi proprio di no. Non lo affermo certo io che i “leoni da tastiera” si sentono liberi di scaricare ogni tipo di pulsione protetti dal loro computer ma poi, in un confronto dal vivo, nella vita reale, si trasformano in candidi agnellini.

Ora, tornando al discorso originale: in molti si sono accaniti contro la signora Segre, difesi dai propri apparecchi elettronici, con atteggiamenti e argomenti che spesso mai e poi mai oserebbero tirare fuori in pubblico, nelle occasioni della vita di tutti i giorni.

Passatemi il tono, ma i “coglioni” ci sono e ci sono sempre stati. La valutazione sul fatto che siano però anche pericolosi o che possano concretizzare minacce fatte in rete nella realtà è tutt’altra questione. E io naturalmente sono fra quelli che pensa a questi idioti solo con l’epiteto “forti con i deboli e deboli con i forti” dove i forti sono le persone in carne ed ossa, nella vita reale, al di fuori del pc.

Liliana Segre è realmente minacciata? Direi quindi di no. Le è stata assegnata una scorta, per sicurezza, e lei da senatrice ha potuto esprimere le sue proposte e può continuare tranquillamente a portare la propria testimonianza nelle scuole, fra la gente, come ha sempre fatto. L’ipocrisia sta proprio in questo, e mi spiego nuovamente meglio. Fino ad oggi la signora Segre ha portato avanti il suo lavoro di divulgazione senza alcun problema nella vita reale. Si può davvero immaginare che improvvisamente debba subire angherie solo perché una proposta coerente con la sua storia è stata presentata in Parlamento? Certamente no.

E allora vengo a quei Comuni e a quei consigli comunali che oggi manifestano solidarietà con lei e che corrono a proporle una cittadinanza onoraria, un riconoscimento di facciata, un modo, a mio vedere, di lucrare visibilità politica sulle spalle dell’anziana senatrice piuttosto che argomentare sulla vita amministrativa. Con italico stile, anche a Biella, in difficoltà di proposte e di idee, si rincorre la moda del momento.

Ben diverso sarebbe stato accorgersi della signora Segre prima degli ultimi eventi e invitarla a parlare nelle nostre scuole e invitandola in modo istituzionale anche in Comune. In questo caso ci sarebbe stata meno ideologia e meno propaganda. Mi dispiace che si strumentalizzi così una donna anziana che come molti, oggi, è stata aggredita sui social ma che, come molti, nella vita reale non corre alcun pericolo.