Un silenzio assordante ha coperto la porcata mediatica di un soggetto che in questi giorni ha pensato bene di pubblicare sul suo profilo social la fotografia, volutamente girata a “testa in giù”, degli esponenti biellesi del centro destra e del loro candidato Sindaco, con il chiaro intento di ricordare i corpi di Mussolini, di Claretta Petacci e degli altri fucilati a Dongo e poi appesi a testa in giù, in piazzale Loreto nel lontano 1945.
Il personaggio che ha pensato e fatto questa operazione mediatica di pessimo gusto meriterebbe l’oblio perpetuo. In effetti nessuno si curava più di lui da tempo, fino a lunedì. Sono passati quasi ottant’anni ma la musica non cambia: questi fenomeni sono puntuali come l’orologio svizzero, privi di fantasia e immaginazione e incapaci a reggere una competizione elettorale in modo civile e democratico, figuriamoci poi a presentare proposte interessanti per la cittadinanza.
Vale la pena ricordare che in questi anni siamo stati costretti a sopportare cose ben peggiori. Mi vengono in mente, per esempio, gli esponenti mancini che difendevano i “compagni che sbagliavano”, quei signori, per esser precisi, meglio conosciuti come le Brigate Rosse. Ingenuamente pensavo che, ormai, queste azioni da mentecatti, frutto di un pensiero rabbioso e inabile al dialogo politico costruttivo, fossero casi isolati, opera di qualche balordo, generalmente fortemente condannate dai maggiorenti dei partiti politici di sinistra nazionali. Così è stato, con notevole ritardo, toccandola piano e da lontano, anche all’ombra del Mucrone.
Come diceva mio nonno “dal pero non nascono angurie” pertanto non lascia sorpresi che gli individui che si rendono protagonisti di episodi come quello poc’anzi descritto abbiano, di base, lo stesso NDA di quelli che la storia ricorda come assassini di innocenti a guerra finita. Il fatto grave è che non avendo, evidentemente, le facoltà mentali per altre opzioni, sono convinti che questi gesti ignobili siano, invece, un messaggio politico intelligente.
Sicuramente la foto “impiccata” è stata un’azione voluta con l’intento di istigare all’odio e allo scontro e fa, diciamo così, un po’sorridere scoprire poi che questo tizio opera all’interno di una realtà biellese ospitata in un contesto artistico che si sostiene anche grazie ai contributi pubblici, una fondazione che non ha mai rifiutato finanziamenti dai governi di ogni colore politico.
Il codardo Signor Nessuno, nel frattempo, ha cancellato il post, palesando anche la sua viltà, probabilmente dietro il consiglio di qualche compagno avvocato. E ne ha pubblicato uno nuovo, in cui scrive di essere vittima di minacce di morte per colpa, da quel che si legge, da figure riconducibili al sottosegretario Delmastro.
In conclusione, all’amante delle foto impiccate e poi cancellate suggerisco di recarsi in Questura a denunciare le presunte minacce, ammesso e non concesso che quanto afferma il signor “cuor di leone” sia vero. Resta il fatto che gente come questa può sempre far comodo in campagna elettorale, serve sempre qualcuno in più per andare ad attaccare manifesti in giro, che è l’unico lavoro che mi sentirei di affidare ad uno così.