IL DARDO DEL 10 FEBBRAIO: IL GIORNO DEL RICORDO

La storia è densa di chiaroscuri.

E’ una caratteristica millenaria data dal fatto che la storia la fanno le persone.

E poi la scrivono.

Ancora oggi, nel 2019, quando dovremmo aver capito che le idee contano più delle ideologie e che le seconde, qualsiasi fosse la parte dalla quale si sono alimentate, specie nel ‘900, hanno fatto solo male, continuano a influenzare i commenti e il giudizio ancora oggi. Purtroppo.

L’esodo istriano, giuliano e dalmata condannò migliaia di italiani alla fame e alle sete.

E purtroppo sarebbe stato il male minore: molti incontrarono la morte e solo i più fortunati riuscirono a recuperare una sorta di vita al di qua delle alpi, pagando il giudizio della gente e colpe che non possedevano.

E la responsabilità è dell’ideologia, appunto, che ha continuato a serpeggiare per tutto il Novecento. Il Giorno del Ricordo che si contrappone alla Giornata della Memoria è un paradosso della storia.

E’ figlio di uno di quei tanti chiaroscuri che il tempo ha messo in fila.

L’Anpi non ha mai riconosciuto la tragedia delle foibe come oggi certi, per fortuna pochissimi, reduci di sinistra non vedono certi dittatori nel mondo per quello che sono e li osannano, li difendono.

O ancora peggio li giustificano e tacciono.

L’Associazione dei partigiani ormai prevalentemente fatta dai loro discendenti e nipoti in borghese, fa finta di nulla, gioca a nascondino, preferisce non dire.

E invece a mio parere dovrebbe considerare i morti, in questo caso, tutti uguali e non continuare a vestirli di rosso e di nero.

Non si tratta nemmeno di voler essere revisionisti a tutti i costi, ma certamente comprendere, con il trascorrere di un numero di anni ormai congruo, dai fatti, che non esiste mai una sola versione, né tantomeno la versione di chi vince può mai essere quella totalmente esatta.

Il Presidente della Repubblica ieri ha ricordato come le foibe siano state un capitolo buio della storia.

Ha condannato i negazionismi, ma dov’era venti o trenta anni fa quando provare a ridare dignità ad un ricordo di tale portata era sinonimo di fascismo intransigente?

Dov’erano tutti quelli che oggi dubitano?

Almeno qualcuno lo fa, cerco di cogliere questo come aspetto positivo.

Quasi 10mila persone “infoibate” dai Titini sono state una pulizia etnica.

Ma la crudeltà e la stupidità dell’uomo sono allergiche all’ideologia.

Può nascere da qualsiasi parte e la storia, ne è testimone.

Di questo dovremmo prendere atto e cercare di entrare davvero nel nuovo secolo ricordando, ma ricordando tutti i morti con la stessa dignità cosicché le idiozie non prevalgano mai più.