9 MARZO 2024 – BIELLA, DALLA PISTOLINA DI CAPODANNO A PISTOLETTO… E’ UN ATTIMO

Eccoci nuovamente alla ribalta, se la parola “pistolina” ha imperversato dall’inizio dell’anno ora, con l’arrivo della primavera, siamo passati a Pistoletto, simpatico gioco di parole, fortunatamente con situazioni ben diverse, quantomeno non lesive della persona fisica, ma del portafogli dei cittadini sí.

Cittadellarte Fondazione Pistoletto, a cui fa capo il dominus Maestro Pistoletto, arcinota star mondiale dell’arte, soggetto abilissimo a intercettare milioni di finanziamenti statali e molto apprezzato soprattutto dagli ambienti di sinistra, ha chiamato a raccolta l’Unione Industriale di Biella, associazione che raggruppa quel che rimane dell’imprenditoria industriale biellese, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Insieme hanno fatto e inviato un progetto e hanno successivamente ricevuto un finanziamento da 2 milioni di euro per il MuLAB, quello che sarà il nuovo Museo del Tessile, che sorgerà nei locali dismessi dell’ex lanificio di proprietà della stessa fondazione del noto artista. In queste settimane la cordata, che fa capo a Cittadellarte Fondazione Pistoletto, ha chiesto al Comune di Biella di contribuire al mantenimento del museo per un importo di quasi 400 mila euro all’anno.

Personalmente la location non mi dispiace, e nemmeno l’idea, ma ritengo che sarebbe più opportuna una sede diversa, magari proprio la sede dell’associazione dell’Unione industriali che, anche alla luce, purtroppo, della crisi dell’industria e del tessile sono passati dall’essere una delle realtà più importanti d’Italia a sostegno del mondo industriale a una sorta di “cimitero degli elefanti”, dove ormai da anni sono più impegnati a cercare di fare progetti per catturare finanziamenti  piuttosto che a promuovere il “Made in Biella” in giro per il mondo.

E’ curioso constatare che tutta la serie di iniziative che hanno fatto in questi anni, che sulla carta avrebbero dovuto portare benefici a loro, e anche al territorio, nel concreto hanno lasciato il Biellese con “un pugno di mosche”, lasciando in eredità ai concittadini proprio ben poco, basti pensare a “Biella 2020”, tanto per citare la prima che mi viene in mente.

Veniamo alla situazione attuale, dove il resuscitato sindaco Claudietto, con un piglio degno di un podestà di inizio secolo scorso, abbandonate le vesti del piacione, finalmente osa dichiarare che, se questa iniziativa privata vogliono farla ben venga, ma se la paghino i promotori.

E qui apriti cielo, è partita all’attacco la campagna di protesta di tutta una serie di fidi scudieri della dottrina mancina e dell’associazione sopra citata, scandalizzata per questa presa di posizione che, a dir loro, lede l’iniziativa patrocinata dal Maestro.

Credo, però, che il ragionamento da fare sia un altro, per giunta piuttosto elementare ossia, se dei soggetti privati decidono tutto, dal progetto alla location, alle modalità di sviluppo e alla governance, e ricevono 2 milioni di finanziamento, è assurdo che possano pretendere poi, a giochi fatti, di coinvolgere altri per le spese, ovvero imporre a pagare le amministrazioni pubbliche del Territorio, gridando allo scandalo se queste non accettano in toto, prone e di buon grado, le loro scelte precedentemente fatte e decise esclusivamente da loro, ammesso che vero è che l’iniziativa è effettivamente nata dalle loro menti, notoriamente eccellenti nell’intercettare denari pubblici. Ricordo anche a me stesso che parliamo, in questo caso, di ben due 2 milioni di euro.

Com’è noto a tutti siamo alle porte della campagna elettorale  pertanto diversi candidati a sindaco, magari non tanto perché sensibili al progetto in se stesso, anche perché i dettagli del progetto non li hanno ancora visti nemmeno loro (anche se qualche sindaco li ha giustamente richiesti), forse un po’ perché attenti al sentiment del proprio elettorato, hanno osannato l’iniziativa dimenticando, però, che tale progetto verrà realizzato a casa di un privato e che, soprattutto, il promotore, capofila della cordata, ha già chiesto alle amministrazioni pubbliche, per gli anni a venire, di farsi carico della gestione, quindi delle spese: insomma, un “pacco” da pagare per una realtà pensata e voluta da privati, su terreni di proprietà privata di uno dei soggetti, già finanziato con fondi pubblici per un valore di, sottolineo, due milioni di euro.

La Città di Biella, se davvero avallasse questa operazione, dimostrerebbe, per l’ennesima volta, che l’Ente non è parte attiva per il miglioramento del territorio, che non progetta, che non rastrella finanziamenti, ma che si genuflette, e basta, al privato.

Ben venga l’idea del museo ma, caro Corradino, continua per la tua strada, anche perché progetti di questa entità e tipologia andrebbero concordati insieme in partenza, non alla fine, in modo da poter aver voce in capitolo, per esempio sulla sede dove sorgerà il museo, invece di donare annualmente denari pubblici per la gestione di un’opera che, ad oggi, per qualcuno sembra irrinunciabile. Anche perché, a detta del responsabile del progetto «firmato» da Cittadellarte Fondazione Pistoletto, cambiare location “finirebbe per porre a rischio l’intero progetto, sono già stati spesi dei fondi pubblici e gli impegni vanno rispettati”. E quindi? È il modo corretto di fare quello di pretendere collaborazione solo a cose fatte e decise, dichiarando in modo tranchant che nulla si può più cambiare?

Ai posteri l’ardua sentenza.