Quel trenino perso da tempo che non può più tornare. Ma non si perdano i treni del futuro anziché guardare al passato.

Parliamo di trenino per Oropa con insistenza e non siamo in grado di dotare il territorio di un treno come si deve verso Torino. Parliamo di sviluppo turistico della conca di Oropa grazie al nuovo trenino e non ci occupiamo, quasi per nulla, di una funivia che è a fine vita.

Siamo un angolo di mondo strano, qui nel Biellese. E’ bastato un gioco del Fai, un libro dei desideri nel quale i vari territori potessero sponsorizzare le proprie bellezze locali, a farci sentire in diritto di cavalcare l’onda di un restyling “turistico” quasi impossibile.

Il trenino che da Biella portava ad Oropa rappresenta, probabilmente, ma non certamente, una bella occasione persa. E non è l’unico treno, passatemi il gioco di parole, che il Biellese ha perso quando si pensava solo a lavorare nelle fabbriche e produrre sempre più metri di tessuto e chili di filato.

Ma ciò che è fatto è fatto. Ora introdurre nuovamente il trenino, con ragionevolezza, significa avviare un’opera faraonica. Il vecchio sedime su cui si sviluppava il percorso non è più utilizzabile in diversi punti e bisognerebbe cambiare tracciato. E qualora anche si scegliesse questa strada, facendolo passare da Pollone magari, quale sarebbe il percorso? Da dove passerebbe esattamente? E sempre posto che anche questo problema si superasse, davvero riteniamo che aggiungere una linea di tram a Biella sia l’investimento più utile che si possa fare?

Vedete, quando si pensa ad un investimento come questo non ci si può soltanto basare sulla voce del cuore e della nostalgia. Servono business plan dettagliati, serve ipotizzare con certezza, ancor prima di avviare l’investimento, quale sarebbe il ritorno di utilizzo di questa infrastruttura: che utenza? Quanta? Chi la gestirebbe? Vogliamo immaginare di darla in gestione ad Atap, l’azienda già in sofferenza del trasporto pubblico locale? Consideriamo che il biellese medio non ha mai amato utilizzare i mezzi pubblici.

Gli autobus sono piuttosto vuoti, ma vogliamo introdurre un trenino a vocazione “turistica” non sapendo bene quali turisti dovrebbero utilizzarlo e perchè. Forse i pellegrini che arrivano ad Oropa in bus da fuori provincia? Ma perchè dovrebbero abbandonare il mezzo con cui sono arrivati per una gita in tram?

Allora forse le famiglie autonome, ma davvero uno lascerebbe l’auto a Biella per salire a Oropa in treno? Forse sì, ma quanti sono realmente questi utilizzatori?

Sono abbastanza per far quadrare i conti oppure stiamo promuovendo un’opera faraonica che non troverebbe diversamente alcuna redditività?

Le domande sono davvero tante. Potrebbero usarla gli escursionisti locali, in bicicletta magari. Ma anche in questo caso la scalata ad Oropa è affascinante e caricare la bici in tram molto meno.

Insomma. Al palo abbiamo un collegamento autostradale che prima di qualunque amenità risulta essere il requisito base per poter attrarre persone e a seguire una ferrovia elettrificata ottenuta con grande difficoltà, ancora in fase di completamento, che deve poi vincere la sua battaglia più importante, ossia quella di ottenere treni diretti al mattino, alla sera e nel week end verso Torino (non nomino neppure Milano, ma almeno Torino). E per questo, la politica si sta già battendo oppure sa solo salire sul carro più alla moda, sulla tendenza del momento?

Spero sinceramente che il trenino resti nella memoria come un ricordo, che ai tempi dei nostri padri era anche utilizzato. E nulla più. Si sarebbe potuto conservare, mantenere, curare e cullare. Ma oggi quel tempo è passato. Quell’occasione l’abbiamo persa e non serviranno le operazioni amarcord per restituirci ciò che abbiamo buttato. Ora cerchiamo di non perdere le sfide del futuro piuttosto, perchè questo sì possiamo governarlo oggi senza commettere gli stessi errori di chi ci ha preceduto.