“PSA”, RETI INUTILI. FATECI CACCIARE ADESSO –

 Siamo a 60 giorni dalle prossime elezioni politiche, un nutrito gruppo di amici cacciatori mi ha chiesto di scrivere 4 righe in merito alla grave situazione venuta a crearsi  nella zona a cavallo di Piemonte e Lombardia. Condividendo il loro pensiero ho voluto esternare alcune mie riflessioni.

Basta parole….

Milioni di euro spesi inutilmente e tanto, tantissimo, tempo sprecato. E’ inequivocabilmente questo il risultato che si sta ottenendo con la posa delle reti per il contrasto al diffondersi della peste suina africana, che tanti casi sta registrando tra Piemonte e Liguria, mentre noi cacciatori non possiamo accedere alle suddette aree protette (per modo di dire).

Un vero e proprio fallimento, che il mondo della politica regionale dovrebbe al più presto affrontare e, si spera, risolvere. Già. Perché i tempi stringono e mentre vengono posizionate queste fantomatiche reti su tutto il territorio piemontese, si parla di circa 12 milioni di euro d’investimento, i cui risultati sarà interessante andare a verificare, noi non possiamo cacciare i cinghiali contribuendo così al contenimento dei porcastri che tanti disastri creano all’agricoltura e all’ambiente.

Quando poi la maxi rete sarà completata, e inizierà la stagione venatoria, noi cacciatori non potremo accedere all’interno dell’ampio perimetro recintato.

Oltre al danno, la beffa. Quale sarà il risultato?

La peste suina avrà fatto il suo corso e l’area venatoria sarà fortemente compromessa, incidendo sugli esiti degli abbattimenti. Davvero un capolavoro, al contrario…

Non è nostra abitudine criticare senza avere proposte concrete per risolvere i problemi. Ed ecco perché chiediamo alla politica, sia provinciale sia regionale, di agire. E di agire in fretta. Chiediamo quindi di poter accedere alle aree dove è in costruzione questa rete e di poter cacciare da subito.

Solo così si potrà davvero rendere operativo il piano di contenimento dei cinghiali, che difficilmente si lasceranno bloccare dalla posa di queste reticolati, come peraltro paventato dal commissario straordinario per il contrasto alla “Psa” in diverse sedi.

I numeri parlano chiaro. Gli abbattimenti dei cinghiali, a oggi, sono infinitamente troppo bassi rispetto alle stime programmate. Sarebbero infatti almeno 50 mila gli esemplari che andrebbero abbattuti entro la fine dell’anno.

Cifra a cui siamo assolutamente lontani. Con l’evidente paradosso che una volta terminato il progetto della posa delle reti, diventerà impossibile anche solo provare a raggiungere questo obiettivo per ragioni evidenti: meno spazi, meno possibilità di abbattimenti.

A questo obiettivo, però, ci chiedono di arrivare i tanti imprenditori agricoli flagellati dalla presenza di cinghiali, da Alessandria a Cuneo, passando dal Torinese e tutte le altre province piemontesi, che rischiano di essere derisi da una strategia costosa e vana.

Il 25 settembre si tornerà a votare. I cacciatori hanno buona memoria. Ci ricorderemo dei politici che hanno ascoltato le nostre richieste e accolto le nostre proposte e soprattutto di chi, al contrario, ci ha ignorato e reso la vita più difficile.

Guido DELLAROVERE