Patelli risponde a Eco di Biella: “Confrontarsi non significa essere pro o contro la diga: incomprensibile l’atteggiamento di certi giornali”.

Quando si affronta un tema delicato come l’ampliamento dell’invaso in Valsessera è necessario documentarsi, studiare bene le carte, ascoltare tutte le parti in causa, verificare i lavori svolti e quelli da svolgere e il loro avanzamento esecutivo e poi, eventualmente, esprimersi in merito alle questioni. Non sono passaggi scontati, perchè diversamente si rischia di incorrere in errori piuttosto evidenti.

Sulla questione sono state dette parecchie inesattezze, specialmente da un direttore di giornale che dovrebbe preservare imparzialità e amore per la verità. Spiega Patelli: “Non ho “convocato” nessuno, come scrive Eco di Biella. Non ho cambiato idea, nè mi sento minoranza, ma semplicemente, lo ribadisco specie per chi non vuol capire ed è abituato a leggere dietrologie su ogni azione o comportamento, ho semplicemente acquisito informazioni ed espresso un’osservazione sul fatto che molti invasi artificiali, in altri territori meno litigiosi del Biellese, hanno generato ricadute turistiche (ovviamente bisogna crederci e non soltanto a parole). Un’opinione che non significa essere a favore, così come non significa essere contrari. Entrare nel dibattito, tuttavia, significa per me prendere in considerazione tutte le opzioni. E quindi, capirà il direttore del giornale che pensa che io riceva nell’ufficio del mio collaboratore quando dal 2018 ho un regolare comodato per poter utilizzare alcuni degli spazi di quell’ufficio come mio ufficio territoriale, e che pensa che io “convochi” i sindaci come fossi un Prefetto, che leggere sul suo giornale che io abbia opinioni “pro diga” e che addirittura la Lega sia “spaccata” perchè il segretario Mosca sembrerebbe contrario, non fa gioco al buon senso e all’intelligenza stessa del direttore”.

Prosegue Patelli: “Allo stato attuale, da quanto mi è stato dato comprendere, è necessario considerare che i proventi dell’opera sono già destinati al 70% ai Comuni che hanno sottoscritto con il Consorzio l’accordo di programma (sono 11 sottoscrittori contro i 3 che non hanno firmato, ossia, Valdilana, Pray e Coggiola). In secondo luogo la progettazione esecutiva è terminata e il suo aggiornamento sarà trasmesso a Mipaaf e Mit entro aprile. Le ottemperanze al Decreto di Via saranno mandate dal Consorzio al Ministero della Transizione Ecologica entro Maggio: si tratta di una relazione che dimostra come il progetto esecutivo abbia adempiuto alle prescrizioni di Via di cui il ministero prende atto con proprio decreto poiché la Via è già stata svolta nel 2014. Sul fronte delle tempistiche, dunque, la realizzazione di tutta la distribuzione è compatibile con i fondi del Recovery mentre per lo sbarramento occorrono un paio di anni in più, anche se pare si stia già parlando di fondi paralleli al Recovery proprio per queste evenienze, non essendo l’invaso in Valsessera l’unico progetto in una tale condizione. Quindi, la durata complessiva della realizzazione di tutte le opere è di 7 anni, eccede rispetto ai tempi del PRNN (5 anni), ma il Consorzio ha proposto la suddivisione delle opere in due lotti funzionali più o meno di 140 milioni e 150 milioni relativi alla sola condotta ed alla nuova diga. Il primo è proposto sul Recovery Fund e, sfruttando la capienza della diga esistente, può assicurare circa il 30% dei benefici. Lo sbarramento, invece, è proposto con il finanziamento del Piano Nazionale Invasi che ha durata decennale”.

Proficuo anche l’incontro con il sindaco di Valdilana Carli. Spiega Patelli: “Il sindaco Carli, che non si è detto sfavorevole in senso assoluto agli invasi, nè tanto meno a priori, ha ritenuto spiegarmi che nel caso specifico si tratta, a suo modo di vedere, di soldi spesi male, per un’opera che richiede interventi notevoli e che quindi si tratta di deturpare la valle e spendere male moltissimi soldi. Facendo la diga – ritiene poi Carli – con l’adduzione dell’acqua in località la Frera, nutre dubbi che i 700 litri di acqua al secondo che servono per la potabilizzazione di Trivero possano non subire variazioni. E questo fatto interessa direttamente Valdilana e lo interessa direttamente. Sono opinioni legittime, anche se – conclude Patelli –  il progetto prevede non soltanto l’invaso, ma diversi altri servizi tra cui la potabilizzazione, l’utilizzo idroelettrico e la prevenzione per calmierare le piene. Ovviamente, a scanso di interpretazioni errate da parte di qualche giornale, dico sempre questo per amore di verità e di confronto, non perchè sostenga la realizzazione della diga”.

On . Cristina PATELLI