“NO A TUTTO”, COMPETENTI IN NIENTE

Sabato scorso ho capito perché il partito del “no a tutto”, a suo tempo, aveva deciso di chiamarsi “5 stelle”. Erano infatti proprio solo in cinque, l’altro giorno, a manifestare contro la caccia nel centro di Biella. L’ho appreso dai giornali locali, visto che nei fine settimana ho l’abitudine di dedicare il mio tempo all’ “ars venandi”. Una buona notizia, dunque: nessun proselitismo per una manifestazione tanto strumentale quanto inutile.

I cinque eroi del sabato pomeriggio in centro, contestavano alcune intelligenti modifiche alla legge sulla caccia, volute dal governo di Giorgia Meloni. Modifiche che hanno l’obiettivo di contenere alcune specie che, da tempo, sono diventate dannose per l’uomo. Mi riferisco a cinghiali, caprioli e cervi che, a differenze di quanto forse credono gli anti-caccia dell’ultimo minuto, non sono esattamente presenze fiabesche… Al contrario, queste specie animali, rappresentano un problema molto serio per l’agricoltura, la sicurezza stradale e l’igiene pubblica. Se i cinque campioni del fine settimana scorso parlassero con la gente, vivessero nel mondo reale della caccia e dell’agricoltura, lo saprebbero. Così come saprebbero degli incidenti stradali e del degrado prodotto in tante periferie urbane del nostro Paese, con branchi di animali selvaggi a rovistare nella spazzatura e non solo. Basterebbe insomma essere informati, aggiornati e soprattutto onesti intellettualmente. Anziché sostenere un vago, immotivato e strumentale “no alla caccia”, sarei curioso di capire come i seguaci dell’ex comico Beppe Grillo saprebbero risolvere i tanti problemi che cinghiali e altre specie creano un po’ ovunque. Una volte qualcuno di loro propose addirittura una sorta di “pillola” per le scrofe, come strategia di contenimento… Spero che negli anni siano andati oltre idiozie di tale livello.

Ma siamo seri. E facciamo parlare i dati. In un anno nella Provincia di Biella vengono raccolte in media 700 animali vittime di incidenti stradali. Numeri inequivocabili che dimostrano che il solo uso delle doppiette, ad oggi, può rappresentare una forma di contenimento al proliferare di certe specie.

Altri numeri. In questa stagione venatoria sono stati abbattuti circa 1300 cinghiali. Ma non basta. Perché noi cacciatori possiamo intervenire solo 3 mesi all’anno. Troppo poco, per arrivare a vere soluzioni del problema.

Ma forse i sapientoni in questione, cui piace finire sui giornali, hanno soluzioni migliori. Leggo infatti sulle cronache locali che i “fantastici cinque” citano volpi, caprioli e lupi… Citazioni fatte a caso, senza nessuna conoscenza e competenza. Volpi e caprioli infatti  si cacciano da 40 anni. Mentre il lupo è un animale protetto, che nessuno si sogna di uccidere.

In conclusione, ad oggi la caccia è l’unica vera, reale e perseguibile pratica per contenere alcune specie animali dannose per la vita civile dell’uomo. Quindi, viva la libertà d’espressione e il diritto di manifestare, anche quando certe persone nulla sanno degli argomenti in questione.

Il mio appello, però, è rivolto ai politici di tutti i livelli. Ascoltino le istanze del mondo venatorio e agricolo, senza prestare attenzione al folclore di certi soggetti, improvvisati anche sulla caccia. A problemi seri, soluzioni serie. E soprattutto, amici cacciatori, nelle prossime consultazioni, ricordatevi di chi sta dalla vostra parte e chi no.

Guido DELLAROVERE

Presidente F.I.D.C.

Provincia di Biella