Migranti, Patelli: “I Comuni non possono accollarsi i costi economici della gestione dei migranti: mentre gli altri stati bloccano l’invasione di clandestini, Bruxelles pensa all’Italia come il campo profughi d’Europa. Ma si sbaglia di grosso”.
Difendere i confini nazionali non soltanto non è reato, ma è un preciso dovere. In queste ore la Sea Eye 4, nave di una ong battente bandiera tedesca, è stata rifiutata dalle autorità di Malta, che non le hanno concesso un porto di attracco. Dopo aver raccolto oltre 400 clandestini tra le acque libiche e maltesi, per tutta risposta, la Sea Eye sta ora facendo rotta verso le acque italiane.
“Non ci devono essere vie di mezzo – dichiara l’onorevole Cristina Patelli -, dobbiamo essere in grado, con fermezza, di far valere il nostro diritto a non essere invasi da un continuo flusso di migranti. Mentre la Spagna schiera l’esercito e rimpatria, i nostri Comuni non possono rifiutarsi di accogliere: questo non va affatto bene”.
E poi prosegue: “Dal Viminale ricominciano già in settimana le “ridistribuzioni” di immigrati in giro per l’Italia. I migranti così “distribuiti” costano e pesano su casse comunali già fortemente condizionate. Non è pensabile che un tale flusso di persone clandestine possa diventare organico. Faccio un esempio: tra giovedì 20 e venerdì 21 saranno suddivisi in Campania, Abruzzo, Umbria, Veneto, Lazio, Puglia, Piemonte, Lombardia, Marche, Sicilia, Liguria, Basilicata e Emilia Romagna 559 migranti. Soltanto in due giorni. Di questo passo, in qualche mese, ci troveremo a dover gestire veri e propri ghetti, formati da persone che necessitano di sostegno pressoché costante da offrire loro attraverso bilanci comunali che non possono permetterselo. Può essere questa la soluzione al problema? Io credo proprio di no”. Conclude poi l’onorevole Patelli: “Il fatto che una nave tedesca rifiutata da Malta attracchi liberamente in Italia in questo modo non può essere tollerabile. Che vada in Germania piuttosto. E’ evidente che l’attività delle ong prosegue senza sosta e noncurante del fatto che non possiamo più farci carico da soli di questa situazione quando gli altri stati del mediterraneo rimpatriano e chiudono i porti. Se qualcuno a Bruxelles pensa ancora che sia possibile trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa, si sbaglia di grosso”.
On. Cristina PATELLI