La piacevolezza nel rispondere a incapacità giornalistiche

Sig. Lerro,

come saprà, essendo così “ben informato” su di me e sul mio pensiero, per me il Dardo è un hobby, avendo per fortuna un altro lavoro, e non come lei che dal suo giornale, raffazzonato in fretta dopo essere stato defenestrato da quasi ogni altro media locale, deve trarre un reddito di sussistenza. In realtà, quando accomuno la sua testata all’house organ del Pd, o alla sinistra in senso lato, per sua stessa ammissione non produco alcun refrain, ma la sostanziale verità. Mi auguro, invece, che il Pd la paghi, perché almeno si può mettere in condizione da sbarcare il lunario, visto che non credo che i numeri dei visitatori del suo sito le permettano un gran ritorno pubblicitario. Ma in alternativa, le suggerisco, ci sono sempre le donazioni, come fanno le “onlus”, magari qualcuno avrà buon cuore e la finanzierà anche senza ritorno di visibilità commerciale. Dette elemosine come da lei richieste all’apertura del suo sito già danno idea di cosa si può leggere all’interno.

Non voglio però divagare con le perplessità legate agli introiti prodotti dalla sua testata. Ci tengo però a farle presente, a lei che “conosce il mestiere” e quindi deduco anche le notizie che la circondano, che nessun cacciatore e nessuna associazione venatoria  mi ha defenestrato, che sono ancora serenamente presidente di Atc e Ca Biella (gli enti che governano la caccia in provincia, sempre che lei sappia che esistono e cosa sono) e presidente della più grande associazione provinciale venatoria, ovvero Federcaccia. Mi spiace anche un po’ darle questa notizia, ma non sopporterei che lei, così professionale, capace e intelligente che millanta di essere un preparato giornalista poi mi vada a scivolare sulla buccia di banana e diffondere su di me una fake news. Sono certo che non è il suo stile retto a dettarle certe segnalazioni, ma soltanto una sincera ignoranza dei fatti. E quindi, come vede, non mi arrabbio.

Mi spiace anche darle quest’altra notizia: l’onorevole Patelli non è la mia protetta e non sono il giornale di alcuna destra, non sono un militante della Lega e non ho tessere di partito  o quant’altro. Glielo ripeto: il Dardo è un hobby. E serenamente, in questo modo, mi sembra di gestirlo meglio di lei che ci mette molta acredine invece.

Mi stupisco che un professionista come lei si permetta di fare allusioni nei confronti di altri giornali accusandoli di percepire del denaro dai politici di destra, mi sorge il dubbio se ciò lo dice per gelosia oppure se per lanciare una denuncia pubblica. E  se fosse così, vista la sua rettitudine e correttezza, immagino che avrà gia depositato regolare denuncia presso la Procura di Biella. Resta inteso che se così non fosse, mi permetto di ipotizzare che il suo non sarebbe più un lavoro serio, ma da ciarlatano.

Aggiungo, sottolineando  il suo pensiero quando scrive “i soldi stanno a destra”, che la destra che foraggia gli altri giornali è un’idea che davvero rimbomba e fa riflettere: per l’ennesima volta dimostra di soffrire della sindrome dello sfigato che non avendo nè arte nè parte deve per forza sputare sentenze verso terzi per fasi vedere.

Sono poi un ex sindaco e assessore, è vero: ma definirmi trombato non le si addice. Semplicemente non mi occupo più di politica partitica e non ho di conseguenza incarichi derivanti da questo. Ho perso un’elezione, ma fa parte del gioco delle parti, dopo anni passati ad amministrare. Allontanarmi dalla politica attiva, poi è una mia scelta. Ho deciso di non far parte di un meccanismo che lei, in famiglia, ad esempio, dovrebbe conoscere bene visto che suo fratello, iscritto Pd, senza mai aver fatto neppure il consigliere comunale in un paesello, non fa a tempo ad uscire da una società partecipata pubblica per entrare in un’altra. Ma il fatto che lei sia così vicino alle notizie del Pd unito a questa passione per le partecipate pubbliche di suo fratello saranno certamente, ne sono certo, una spiacevole casualità e non vorrei proprio toccare questo punto che ho sentito però di sollevare, questo glielo devo dire, in diverse chiacchiere da bar.

Non aggiungerei altro, se non che osservare come quando si dà una risposta piena di errori come la sua evidentemente sarebbe già la risposta stessa a qualificarsi da sola. Ho voluto lo stesso scriverle queste poche righe per farle notare che a dispetto di quello che ciascuno di noi pensa, il suo modo di dare “notizie” che dovrebbe essere professionale, scade sovente nelle imprecisioni. Il mio, che non ha tali ambizioni, viene soltanto spesso segnalato “da altri”, anche fra i suoi amici, che intanto mi leggono. Casi della vita.