Il lupo c’è. Le prove sono tante.

Dellarovere: “Non voglio certo cacciarlo, ma non si può ascoltare anonime ed errate difese del contrario. E soprattutto non si può sottovalutare il problema”.

Il personaggio che scrive ai giornali dei lupi, già solo per il fatto che non mette il suo nome e cognome si qualifica su che tipo di persona sia. Quando scrivo qualcosa ho sempre l’abitudine di dire chi sono e, malgrado ciò, ci sono i soliti ottusi che non vogliono capire le cose e le situazioni. Fanno finta di non capire.  Quando ho scritto l’articolo in cui ho evidenziato la presenza dei lupi, non l’ho fatto come cacciatore che ha voglia di andare a cacciare i lupi.  Per me i Lupi sono una specie protetta e cacciarli proprio non mi interessa né come uomo, né come cacciatore né come presidente di associazione venatoria né cme presidente dell’ATC-CABI1

Oltretutto il problema dei lupi non è un problema che spetta all’ ente ATC-CABI1  che presiedo. Il problema competerà semmai agli organi preposti, ma come presidente dell’ATC-CABI1 è giusto e doveroso che io informi su quanto sta avvenendo visto che abbiamo un monitoraggio puntuale e preciso sul territorio.

E questo monitoraggio dice che il lupo c’è e fa paura. Dire che non è così, che non si nutre di greggi e via discorrendo son tutte cose di cui si riempie la bocca un certo gruppo di persone che non ha il coraggio di firmarsi. E semplicemente per generare aria fritta.

Nessuno dice che bisogna sparare al lupo. Io non voglio sparare al lupo, ma il lupo c’è e bisogna iniziare a tenerne conto perché sennò rischiamo di finire nella stessa condizione che si è creata in altre zone del Piemonte per i mufloni e come successo da noi per i cinghiali. Evitare che si debba poi arrivare al proverbio che a male estremo c’è solo estremo rimedio.

Pertanto, lo ribadisco una volta per tutte, per cercare di raggiungere anche chi non vuol sentire: non voglio cacciare e in merito alla documentazione che ho prodotto, all’episodio che ho segnalato, voglio fare una debita premessa.

Il nostro Sherlock Holmes (denoialtri) a cui piace tanto indagare, ma che al contempo non ha il coraggio di dire chi è e scrive sui giornali, dimostra di scrivere senza sapere le cose. E come tutte le persone fanno quando non si sanno le cose, le si inventano. Quando si inventano, poi, spesso e volentieri si dicono vere e proprie stupidaggini (e mi limito nel termine per decoro). Di questo tenore sono le esternazioni fatte dal nostro Sherlock.

Questa la dinamica reale: una sera due canidi (a questo punto non dico o lupi) hanno azzannato a morte una pecora e la pecora è rimasta sul terreno. Come è prassi in questi casi, l’agricoltore ha chiamato l’Asl e non ha toccato le spoglie della pecora. Al mattino seguente i tecnici dell’Asl sono venuti sul posto e hanno concesso l’autorizzazione a portare via l’animale, operazione che può solo avvenire a mezzo di azienda specializzata autorizzata dall’Asl. La cosa certa è che i tecnici dell’ ASL di Biella intervenuti hanno decretato che la pecora era stata uccisa da un canide o da un lupo e comunque da un carnivoro.

Il contadino, non i cacciatori che non c’entrano nulla, ha deciso di sua spontanea volontà di posizionare una foto trappola, ben sapendo che la ditta specializzata dall’ASL avrebbe potuto recuperare le le spoglie soltanto il giorno seguente. Così il contadino ha deciso di verificare se nella notte sarebbero ritornati i canidi, che d’ora in poi chiamerò di nuovo lupi perchè sono ritornati e di foto (che poi il contadino ha condiviso) non ne ho 14 che sono quelle che mi ha inviato il contadino, ma “1400”. Ecco perché c’è una distanza di tre ore: perché i lupi sono stati lì a banchettare. Ma lo capisco che per certa gente sia troppo difficile comprendere questa ragione.  Abbiamo anche i video dove si vede tutta la sequenza, naturalmente. Un lungometraggio che nessun giornale online mi permetterebbe di mettere per qualche ora, per esteso, ma c’è.

I cani, come si vorrebbe ipotizzare, non starebbero stati ore a banchettare. Assolutamente no, anche perché i cani, il pastore, per paura della presenza del lupo, adesso li tiene chiusi nella stalla e non li lascia più per fuori perché altrimenti nel giro di poco farebbero la fine della pecora.

Tutto ciò detto, non c’entra nulla il cacciatore. La mia parola non avrà nessun valore per qualcuno, ma io racconto la verità e metto nome, cognome e faccia. Altri fanno illazioni su ipotesi irreali e non veritiere e soprattutto anonime. Firmatevi, non fate i conigli. Iniziate a prendere posizione mettendoci la faccia così potremo aprire un dibattito serio.

Guido DELLAROVERE

Presidente ATC-CABI1