IL DARDO DEL 8 NOVEMBRE: W IL RE

Dovranno tributargli un busto nel suo paese alle pendici delle Prealpi Biellesi.

Già, perché con tutti gli elogi che ho sentito è davvero il minimo offrirgli gli onori massimi.

Che bravo, che giusto, che modesto. Non ho mai sentito elogiare tanto i dipendenti di un ente pubblico a fine mandato per arrivare, di rimbalzo… Ad elogiare naturalmente se stesso. Ma lui è Magno.

E quindi si possono rompere gli schemi. Le leggende narrano che l’uscita dalla sala Consiglio, da novello Cesare, la farà accompagnato e sorretto dai suoi fedelissimi, gli stessi che si sono battuti per fare in modo che il Re non resti solo e che possa rientrare con tutti gli onori ancora prima di uscire.

Uscirà fra due ali di folla, di dipendenti, che lo applaudiranno, un po’ Spartacus, un po’ Fantozzi.

Sarà così, vero o verosimile che sia. Perché ci sono ruoli per i quali uno nasce, mica si diventa Presidente di una Provincia. Come nell’Antica Roma, basta il consenso di un manipolo di Sindaci fedeli. E il gioco è fatto. Ma va bene così. Perché va bene a tutti. E se va bene a tutti: w il Re.

P.S. Ogni riferimento a persona o fatto reale, è puramente casuale.