IL DARDO DEL 5 GENNAIO: I SINDACI LE LEGGI DEVONO APPLICARLE

Questo, dopo tanti mesi trascorsi come ospiti della Nuova Provincia di Biella è il primo “Dardo” del sabato che trova spazio solo nella versione online. Questo perché il giornale, nell’anno delle elezioni, nei mesi che precedono le urne, per scelta non dà spazio alle rubriche “politiche”. Lo trovo giusto. Ma le frecciate che tanto successo hanno riscosso in questi mesi non possono attendere giugno, e così proseguiranno qui sul sito, nel loro luogo d’origine.

Oggi, in particolare, voglio portare anche l’argomento su un piano più nazionale e affrontare con estrema serenità le contestazioni dei sindaci e dell’Anci al decreto sicurezza. Per prima cosa sì, lo premetto, Salvini neppure due anni fa aveva chiesto ai sindaci di disobbedire sulle unioni civili, sui matrimoni gay e oggi contesta quei sindaci che intendono disobbedire con il decreto sicurezza. Sono però due pesi e due misure diverse. Soprattutto, c’è un aspetto che come al solito si sta sottovalutando, o si prova a non vedere: un conto sono i proclami dei sindaci a mezzo stampa, un conto sono le azioni concrete. Se davvero ritengono che la legge sia sbagliata la disattendono, assumendosi tutte le responsabilità.

Al momento, ho solo visto qualche manciata di sindaci che ha deciso di ridarsi un tono con un proclama, perché nulla è stato fatto concretamente. E questo aspetto introduce il secondo elemento: se l’Anci davvero ha qualcosa da dire sull’argomento, trovo che sia davvero fastidioso vedere il presidente parlare a nome di tutti i sindaci. Non so se la maggior parte è d’accordo o meno. Certo al momento non ho sentito sindaci di centro destra opporsi alle pubblicità progresso di Orlando e De Magistris, ma se così fosse si faccia un’assemblea e se ne discuta, perché il tema è troppo importante per evitare di affrontare il dibattito e prendere una posizione ufficiale come se fosse l’opinione di tutti. Non credo proprio che sia così.

Cosa resta dunque di questa vicenda? Un modo maldestro per attaccare la Lega e poco più. Su una legge appena firmata da Mattarella gli stessi amici del presidente urlano all’incostituzionalità. Se così fosse, difficilmente sarebbe stata firmata a mio avviso. E quindi, si tratta dell’ennesimo tentativo fallito della sinistra per provare a recuperare un po’ di consenso su un terreno, per giunta, quello dell’immigrazione, su cui mi pare che gli italiani si siano già espressi bocciando la loro azione di governo.