COMUNICATO STAMPA
Caccia, Dellarovere: “Assurde le protese degli animalisti sotto casa mia, dove vive la mia famiglia. Intanto i numeri dei danni restano alti e con l’incentivo all’abbattimento proveremo a contenerli”
Il premio per le squadre di cacciatori che raggiungono un numero minimo di abbattimenti di cinghiali (150 in pianura e 80 in montagna) ha recentemente attirato polemiche che il presidente dell’ATC-CA di Biella, Guido Dellarovere, vuole smorzare sul nascere. Per sabato gli ambientalisti hanno annunciato una protesta sotto casa del presidente, ad Occhieppo Superiore. Guido Dellarovere tuttavia va diritto per la sua strada, confermando le decisioni e avvisa: “E’ assurdo permettere che una manifestazione venga fatta sotto casa mia, dove vive la mia famiglia, che con la caccia non ha nulla a che fare. Come è possibile autorizzare una tale manifestazione e, soprattutto, come è possibile violare la privacy della mia famiglia? Se hanno qualcosa da dirmi prendano appuntamento in sede e se non vogliono parlare vengano lì a protestare”.
Guido Dellarovere spiega la natura della proposta: “La maggior parte dei danni, per gli agricoltori, sono causati dai cinghiali. Le loro immissioni da parte dell’uomo sono soltanto delle dicerie e senza l’intervento serio il fenomeno esce totalmente dal controllo visto che un maschio e una femmina adulta generano 40-50 cinghiali ogni due anni. Da qui la decisione dell’incentivo, per tentare di ottimizzare il contenimento di questi animali. E non mi vengano a dire che esistono metodi alternativi, perché li nominano solo senza mai spiegarli. E se per alternativo si intende immettere in natura lupi, linci e orsi, l’assurdità si spiega da sola senza ulteriori commenti”.
Ma quanti sono i cinghiali, sparsi tra la pianura e la montagna del Biellese? “Un censimento non è immaginabile – prosegue Dellarovere – perché il cinghiale si sposta velocemente, poi migra, cercando cibo ed è facile sbagliare contando più volte lo stesso animale. Secondo me, ma è un parere personale, superano i 2500 esemplari”.
Riguardo gli abbattimenti, invece, nelle ultime due stagioni (2017/2018 e 2018/2019) in montagna sono stati rispettivamente 168 e 184, mentre in pianura sono passati da 345 a 526. Sono stati inoltre mappati anche i danni causati dai cinghiali, sempre nei due ultimi periodi di riferimento: in montagna si parla di cifre più contenute, ma in aumento. I danni sono stati quantificati in circa 45.000 euro nel 2018, saliti a 56.000 euro nel 2019. Mentre in pianura erano 293.000 euro nel 2018 e sono diventati 216.000 nel 2019.