IL DARDO DEL 26 FEBBRAIO: DISCARICA DI AMIANTO DI SALUSSOLA

Abbiamo ricevuto questa lettera da una nostra lettrice, che esterna il suo pensiero sulla discarica di amianto che dovrebbe sorgere in quel di Salussola, una visione diversa da quanto a suo tempo scritto su questo giornale on line, ma con un contenuto degno di essere letto e valutato.

DISCARICA DI AMIANTO: RINUNCIARE A PERSONALISMI PER TUTELARE IL FUTURO
Cercando di razionalizzare una problematica molto dibattuta che ci interessa da vicino, dobbiamo prendere atto della gravità della situazione legata all’amianto.
Sul territorio piemontese abbiamo una copertura in cemento-amianto di circa 50-70 milioni di metri quadrati che entro il 2025 dovranno essere rimossi e smaltiti, ad oggi la maggior parte dell’eternit rimosso è stato smaltito in Germania con forti aggravi dei costi, poiché vi è una grave insufficienza dell’offerta di impianti di smaltimento rispetto alla domanda, ci viene chiesto, quindi, di favorire la realizzazione di impianti per assicurare al nostro territorio un sistema adeguato di smaltimento in conformità ai principi comunitari.
Gli esperti dicono che è più pericoloso continuare a lasciare le coperture in fibra di amianto esposte alle intemperie che avere sul proprio territorio una discarica poiché tali materiali vengono sottoposti a scrupolose operazioni di bonifica che annullano la possibilità di dispersione delle fibre.
Il progetto della discarica del Brianco ha superato i controlli dei tecnici che hanno valutato il rispetto di tutte le normative per la tutela della salute e dell’ambiente, poiché garantisce l’incapsulamento, con resine e collanti certificati, delle lastre che vengono, per maggiore sicurezza, sigillate in teli protettivi per garantire l’assoluto isolamento dall’esterno e l’impossibilità di diffondere alcuna fibra di amianto nell’ambiente.
Importantissima sarà la gestione della discarica, la manutenzione e il controllo sia durante la sua attività che dopo la sigillatura definitiva.
La ditta, incaricata della realizzazione della discarica, assicura che utilizzerà le migliori tecnologie di settore, offrendo precauzioni superiori a quelle prescritte a livello regionale.
Resta un grosso dilemma che tutti noi dobbiamo affrontare per giungere ad una conclusione, poiché da un lato è certo che un territorio libero dal cemento-amianto diviene motivo di grande tranquillità per la gente che ci vive, dall’altro non ci piace l’idea di avere una discarica vicino a casa.
La domanda che dobbiamo porci fondamentalmente è questa: “Vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli la presenza delle pericolosissime coperture in amianto che si stanno degradando divenendo sempre più impattanti sulla salute, oppure vogliamo lasciare loro solo l’onere della corretta gestione di una discarica che garantirà sicurezza?”

Erica FILEDARI