IL DARDO DEL 25 FEBBRAIO: PANDEMIA O INFLUENZA

Pandemia o influenza: impazza il corona virus (e la psicosi collettiva) e intanto il lupo, oggetto di un convegno annullato per covid-19, prosegue ignaro la propria vita in branco nelle nostre valli.

Tanto tuonò, che piovve. No, non mi riferisco alle presunte perturbazioni artiche previste in arrivo a giorni. Di quelle non vi è ancora traccia e ieri la colonnina di mercurio, alla fine di febbraio, ha toccato quasi i 20 gradi. Eravamo quasi come ad aprile, qui sulle Alpi, e mica da un giorno solo. Quest’inverno non è quasi esistito. Abbiamo percepito più una primavera fredda, a dire il vero, al suo posto.

Qualcuno, di questo stravolgimento climatico, doveva pur approfittarne. E lo ha fatto un virus che provoca sintomi molti simili all’influenza: è molto contagioso, che proviene dalla Cina.

Il covid-19, questo il suo nome scientifico, improvvisamente ha destato l’interesse dell’italico Paese. E lo ha fatto in un attimo, senza soluzione di continuità. In poche ore: scuole chiuse, così come cinema, musei, biblioteche, luoghi di aggregazione, associazioni dopo lavoro, centri anziani… Tutti a lavorare da casa (chi può farlo) e luoghi solitamente gremiti di gente, improvvisamente desertificati.

Respiriamo. E proviamo a riavvolgere il nastro. In poche ore l’allarme è stato così forte che Veneto e Lombardia (con presenza di qualche caso) hanno immediatamente interessato tutte le Regioni nel nord che, di fatto, hanno deciso di chiudere. Ora. Lo dico davvero con una certa misura, senza voler sempre fare il burbero che sminuisce tutto: pur comprendo che evitare che si intasino gli ospedali sia una priorità, davvero non si poteva gestire la cosa con un minimo più di informazione e di attenzione?

Ci sono persone che capiscono al volo le ragioni delle tende fuori dagli ospedali e l’isolamento, ove possibile. Ma purtroppo, e i social lo insegnano, sono molte di più quelle che pensano al complotto pluto-catto-massonico contro l’umanità e una pandemia che infetta gli uomini come zombie taciuta alle persone normali. E pensando a questi soggetti, forse, sarebbe stato bene spiegare un piano tanto drastico che, a memoria, non mi sembra di ricordare attuato quando ci fu l’ebola, o la sars.

Dico questo perché non mi spiego davvero il saccheggio dei supermercati con scaffali vuoti, non mi spiego le crisi di panico e la paura. Si fa presto a generare paura e insicurezza e spesso non se ne tiene sufficientemente conto quando si prendono certi provvedimenti.

Ora mi auguro che le cose rientreranno.

Intanto l’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) e il Comparto Alpino (CA) si sono adeguate alle disposizioni regionali e hanno annullato sino a data da destinarsi il convegno “Ezechiele è tornato: il lupo nella Alpi Occidentali e nel Biellese” che doveva svolgersi sabato in Provincia.

Giusto adeguarsi, ma mi fa sorridere, proprio su questo tema, che mentre noi pensiamo di venire sterminati da un virus, il buon lupo se ne fa un baffo e continua a proliferare nelle nostre valli, a spostarsi e nutrirsi e a vivere insieme al suo branco.

Ogni tanto, credo, ci vorrebbe un po’ più di pragmatismo, come fa il lupo, appunto, anche per noi umani.