Le pagine ufficiali della biografia di Pietro Secchia, il partigiano, dirigente del PCI, alter ego a sinistra persino del “Migliore” il compagno Palmiro Togliatti, parlano di una morte di rientro dal sud america, avvenuta in circostanze misteriose, a seguito di un indebolimento generale. Secchia di quel male degli ultimi suoi mesi di vita, addirittura, additava la responsabilità alla CIA.
Ma la storia potrebbe essere totalmente diversa.
Almeno così parrebbe dai racconti tramandati di padre in figlio ad Occhieppo Superiore. Già, perché Secchia nacque proprio ad Occhieppo Superiore nel 1903 e nel Biellese trascorse la giovinezza e la prima formazione.
Iniziò a lavorare giovanissimo, a 14 anni, per via delle poverissime origini e condizioni della sua famiglia. Ma era uno studente promettente, condizione che ebbe modo di mettere in mostra nel corso della sua vita.
Secchia, narrano i pettegolezzi di paese, le malelingue, ben prima che l’inglesismo “gossip” entrasse nelle nostre vite, pare appunto conducesse una vita amorosa clandestina, in anni, fra le due guerre e almeno fino agli anni ’60 (Secchia morì nel 1973) dove poco in quel senso era permesso.
Secchia era omosessuale in anni nei quali anche solo immaginare di dirlo, di fare outing, era assolutamente impossibile. Erano anni nei quali il pregiudizio risuonava fortissimo nei confronti di certe minoranze. E d’altra parte lui stesso ne sapeva qualcosa visto che oltre ad essere stato un internazionalista convinto veniva usualmente indicato come uno dei maggiori esponenti della “linea dura” del PCI, che considerava la lotta armata come possibile strumento politico: in effetti egli rappresentò quella parte della classe dirigente del P.C.I. che non intendeva collaborare con la DC ed altre formazioni politiche che considerava eccessivamente borghesi.
Una minoranza insomma anch’egli ma di altro genere.
Sta di fatto che ad Occhieppo Superiore si tramanda, con un condizionale dovuto ai fatti raccontati verbalmente nei decenni, che Secchia avesse un compagno ufficiale. Si narra anche, perché nessun libro di storia ne fa menzione in modo così diretto, anche se è assodato che il PCI ricevesse denaro dall’URSS, che fosse lui uno degli interlocutori privilegiati di queste consegne. E che nei suoi tanti viaggi i rapporti con la madre Russia fossero sempre ben presenti.
Fatto sta che i più vecchi ancora oggi si ricordano dell’onorevole senatore e numero due di Togliatti come colui che ad un certo punto tornò con una valigia piena di rubli rossi (prima di armarvi di querela sappiate che questa storia chiunque viva ad Occhieppo Superiore da una quarantina d’anni la racconta al bar, e che ho precisato di non avere altre fonti se non la narrazione verbale, ma resta una storia popolare di paese curiosa nei giorni in cui si attribuisce ai collaboratori di Salvini una responsabilità analoga) che evidentemente ingolosirono il compagno, che perse la testa.
E così si narra che questi sottrasse la valigia per scappare in sud america a rifarsi una vita. Parrebbe, quindi, che i compagni dalla madre Russia avessero intimato a Secchia, come si direbbe oggi, un out out: o vai a cercare il tuo compagno e riporti indietro il malloppo o ci pensiamo noi. E leggasi tra le righe: se ci pensiamo noi non ci sarà il lieto fine.
Risultato, per tornare a fatti dei quali è possibile trovare traccia nella storia, Secchia partì per il sud america. Nel gennaio del 1972 volò in Cile, dove sostenne il governo progressista di Salvador Allende: fu l’ultimo dirigente occidentale a visitare la nazione latino-americana prima dell’avvento di Augusto Pinochet.
Al suo ritorno in Italia fu colto da una malattia che lo tenne tra la vita e la morte per qualche mese. La natura incerta del male indusse Secchia, sebbene non ne avesse le prove, a ritenere di essere stato avvelenato dai servizi segreti americani appunto. Ormai debilitato, morì nel luglio del 1973.
E della valigia piena di soldi?
E del compagno?
Parrebbe che l’amato traditore sia stato giustiziato in sud america e in Italia non fece mai ritorno. E della valigia non si seppe mai nulla, nemmeno le lunghe orecchie del tam tam di paese hanno mai avuto notizie certe.
Probabilmente, come nel caso Salvini-Russia, in Italia non è mai arrivato nulla.