IL DARDO DEL 17 NOVEMBRE: ELEZIONI PROVINCIALI SONO INTERESSATE SOLO ALLA METÀ DEGLI AVENTI DIRITTO

Ce l’ho messa tutta, ma per un pelo non sono riuscito a rientrare, mercoledì scorso, per votare alle elezioni provinciali.

Ben inteso, non lo avrei fatto se non fosse stato per il mio amico Bocchio Chiavetto (a cui faccio i complimenti per il terzo posto ottenuto in lista), ma per lui avrei almeno votato la lista del Consiglio. Ero fuori Biella per lavoro e sono rientrato, pur correndo, fuori tempo massimo.

Per me è andata così, e certamente anche per qualcun altro, perché far votare di mercoledì non è un’idea brillante nemmeno quando a doverlo fare sono gli amministratori e non i cittadini. La gente lavora. Sfortunatamente non tutta, ma il disagio causato non è poco lo stesso.

Dopo questa debita premessa, però, in questa elezione si è appena superato il 50% dei votanti.

E prima ancora degli elogi è necessario valutare che nelle due passate elezioni l’affluenza era stata invece del 71% e del 74% fra i consiglieri e i sindaci aventi diritto.

E il dato dovrebbe far riflettere.

Ma come, in un’elezione in cui a votare sono persone vicine alla politica e comunque all’interno delle amministrazioni, quindi con senso civico più elevato, la metà non si presenta?

E della metà che si è recata nei due seggi di Biella e Valle Mosso, in 22 dei 446 votanti non hanno ritirato la scheda per votare per il presidente e fra chi l’ha ritirata ci sono 16 schede nulle e 44 bianche?.

Prima di festeggiare, leggerei bene i numeri, appunto. Sono cifre che parlano di disinteresse nei confronti delle elezioni di secondo livello, in generale, e della Provincia. E poi, nel nostro caso specifico, di amarezza, perché fare le liste uniche dove la politica si appiattisce, sebbene si dica per compensare una legge sbagliata, non giova.

L’ultima considerazione la lascio ai voti dell’ex presidente. Il suo partito ha cercato di convogliare su di lui il massimo del consenso possibile. Ci è riuscito, con abili azioni di convincimento, ma non ne farei una questione di vanto perché in tutto questo mi viene in mente solo la pubblicità del “ti piace vincere facile”.

E sulle elezioni vere la prova del nove non è mai arrivata.