IL DARDO DEL 14 AGOSTO: FANTAPOLITICA AGOSTANA … O NO?

Matteo Salvini ha giocato le sue carte, imbrigliato da un parlamento che ha deciso, con tutta probabilità, di non andare al voto e di ricostruire una maggioranza senza la Lega.

Il capitano sembra, per i suoi nemici, alle corde, ma in realtà se dovesse venire messo all’opposizione dalle dimissioni di Conte e dalla formazione di un Governo di legislatura, saprebbe certamente avviare una lunga campagna elettorale che farebbe pagare pegno a Pd, 5S, Leu, e a tutti gli altri complici della sua caduta.

Lo farebbe convincendo ancora di più gli italiani della bontà delle sue ragioni, potendo giocarsi la carta di quello estromesso in quanto portatore di innovazioni e di riforme che spaventano l’establishment.

Dunque non si andrá a votare e la legge di bilancio la faranno gli altri.

Che cosa succederà tuttavia in Parlamento?

Bisogna stare a vedere se nel frattempo gli “altri”, gli anti Lega, specie il Pd, manderanno dei segnali di vita.

Ciò che appare evidente è che il Movimento esce da questa storia piuttosto ridimensionato e che nel centrosinistra l’unico vero leader con carisma resta Renzi. Non fosse stato per il suo ritorno in primo piano, il capitano Salvini sarebbe andato con tutta probabilità dritto e liscio al voto mentre Zingaretti sarebbe ancora oggi a pensare cosa dire e cosa fare…

Piaccia o non piaccia, specie nel suo mondo, molto controverso sulla sua figura, (e il capitone lo ha capito bene) il vero leader antagonista resta Matteo Renzi, l’unico con idee e strategie in grado di impensierire.

L’elemento cardine di tutta la situazione, che si vada a votare il prima possibile o si prosegua con nuove maggioranze al Governo e in Parlamento, sarà proprio ciò che Renzi, e in generale il centro sinistra, decideranno di fare.

Se tutto quel mondo anti Lega resterà così, invariato negli equilibri, spesso mosso dalla conservazione del proprio essere e dei propri posti, allora è molto improbabile che in due mesi o in due anni, oltre alla seccatura di dover attendere così tanto, Matteo Salvini possa perdere consenso.

Anzi, non è affatto escluso che possa continuare a crescere.

E poi c’è il caso opposto.

Mi spiego meglio: se tutto resta uguale, allora Salvini non ridurrá il suo consenso, se non di qualche decimale. Sarà solo un allungare il brodo.

Ma se lo scenario muta, se i suoi avversari sparigliassero le carte (e Renzi lo ha capito benissimo), allora anche la distribuzione del consenso può cambiare. E questo cambiamento lo puó fare, appunto, solo Renzi col suo gruppo, con quelli che ancora oggi lo seguono dentro e fuori il suo partito. Con un grande centro che include liberaldemocratici, socialdemocratici e popolari, in generale tutti coloro che non si definiscono “populisti e sovranisti” pescando di qua e di lá, le percentuali potrebbero cambiare.

Gli estremi resteranno, ma in una logica antisalviniana questa nuova aggregazione politica potrà cercare e trovare alleanze a sinistra, diversamente non scontate, e a quel punto difficilmente Salvini riuscirebbe ad ottenere il 36%.

Ma naturalmente si tratta di fantapolitica agostana da sotto l’ombrellone…