DISTINZIONE TRA BRACCONIERE E CACCIATORE

Leggo su un giornale locale che l’unica colpa di un cerbiatto (che in verità poi si è rivelato un capriolo), a Piatto, è stata quella di farsi notare da un cacciatore privo di scrupoli.

Secondo il bisettimanale il cacciatore (affermato con certezza assoluta) ha ben pensato di “spezzare la vita di un povero cerbiatto parandogli un colpo di fucile e lasciandolo morire a bordo strada”. La persona è stata notata da residente della zona che ha subito avvisato i Carabinieri del NORM di Cossato che, unitamente ai Carabinieri di Bioglio, sono già “sulle tracce dell’autore di questo comportamento illegale che rischia una consistente multa ed anche il ritiro del porto d’armi. L’animale è stato recuperato dal competente personale della Provincia”.

Vorrei nuovamente, come già fatto in passato, anche se sembra sempre più difficile tenere testa a tanta disinformazione, fare alcune considerazioni anche per tutelare la categoria dei cacciatori che, non mi stancherò mai di ripeterlo, non è sinonimo di delinquenza.

Per prima cosa non è detto che chi ha sparato in questo modo sia un cacciatore: potrebbe essere chiunque con un porto d’armi o un bracconiere che nulla ha a che fare con il mondo della caccia rispettabile. In secondo luogo potrebbe essere stato qualcuno che, sparando, è stato disturbato dalle urla di qualche residente, trovandosi troppo vicino alle abitazioni.

Potrebbe anche essere un cacciatore che non si è accorto di aver colpito l’animale e, in ultimo, se anche fosse un cacciatore che ha sbagliato consapevolmente, pagherà per le sue responsabilità che non sono certo tollerate da chi la caccia la vive quotidianamente con profonda serietà e rispetto.
Ritengo che talvolta, prima di dare per scontate molte cose, bisognerebbe attendere le indagini ed esprimersi con maggiori forme dubitative.

Guido DELLAROVERE

Presidente F.I.D.C. Provincia di Biella