IL DARDO DEL 16 GIUGNO: QUANDO NELLE ELEZIONI LE DIFFERENZE LE FANNO ANCORA I CANDIDATI

Premetto che oggi il Dardo parlerà di elezioni amministrative, ma ciò che dirò non ha nulla a che fare con i tre sindaci di Mezzana, Ternengo e Masserano appena eletti: persone che rispetto e con cui, in certi casi, posso dire anche di avere un rapporto di amicizia. Non c’è nulla di personale perché il mio pensiero prende soltanto spunto dalla tornata elettorale locale, ben diversa da quella nazionale. Diciamocelo: se togliamo due o tre grandi città, in cui i partiti si sono misurati, sui giornali ho continuato a vedere la sterile polemica del Movimento 5 Stelle che deve dimostrare chissà che cosa, della Lega che deve consolidare un trend di consenso in salita, del Pd che deve dimostrare di poter dare un colpo di reni e tornare a fare l’opposizione, di Forza Italia che non deve avercela con la Lega e nei Comuni deve creare delle alleanze e misurarsi… Insomma, tutta una serie di obiezioni inutili. Più che inutili, direi fuori tema nel contesto dei piccoli Comuni.

 l’amico Sergio Fantone a Masserano, Alfio Serafia a Mezzana e Francesco Vettoretto a Ternengo, per mutuare ad esempio soltanto tre casi a noi vicini, hanno dimostrato che nessuna di queste logiche vale nei piccoli centri. E che la politica nazionale non trova alcun riscontro, e non deve probabilmente trovarlo, quando si parla di amministrative.

Nessun sindaco dovrebbe fare politica utilizzando il Comune come strumento. Ogni nostro comunello ha delle esigenze concrete, tangibili. I compaesani li incontri al bar e per strade ed hanno delle richieste legate alla praticità di tutti i giorni. Non si possono dare risposte vaghe in un Comune, e la campagna elettorale non può essere fumosa. E infatti i loghi dei partiti sono da tutti mal visti. Si cercano alleanze spesso trasversali, si imbarcano persone in lista valide per il paese anche se il loro pensiero differisce da quello politico dominante. Tutti e tre i nostri sindaci si apprestano ad iniziare il terzo mandato. Anche questo vorrà pur dire qualcosa quando messi vicino, loro tre, rappresentano sfumature diverse della politica nazionale, poiché sono convinto che alle ultime elezioni non abbiano votato lo stesso partito e si siano differenziati abbastanza. E’ anche per questo che sorrido quando si cercano le grandi tendenze nelle elezioni in cui è rimasto integro il valore del candidato capace di fare, di portare risultati visibili. Serafia a Mezzana ha persino creato due liste, compresa quella dell’avversario, dicono i maligni. Il Biellese non dovrebbe far testo, e così molti altri territori, avendo votato in questo modo. E invece lo fa. Lo fa in un modo diverso: e meno male che almeno nei Comuni si continuino a votare le persone, in barba ai sondaggi e ai test elettorali.