IL DARDO 18 GIUGNO: CENSIMENTO AI ROM… LA SINISTRA INIZIA A STRUMENTALIZZARE …

Quando la politica diventa faziosa, scorretta e quando tutto è una inutile forzatura per gettare benzina sul fuoco, sono sempre stato convinto che non sia buona politica. L’opposizione al governo 5Stelle e Lega non riesce a trovare altri strumenti se non quelli della paura (totalmente infondata) e dell’allarmismo da gettare sulla gente.

I fatti sono questi: un cittadino italiano, di nascita o di accoglienza, è registrato all’anagrafe. Possiede una carta d’identità, un codice fiscale, una residenza.

In poche parole esiste ed in teoria lo Stato ne è a conoscenza. Sto semplificando, ma è per dare l’idea di quanto sia sciocca la paura che nel momento in cui Matteo Salvini propone di censire la popolazione rom, ma direi che il concetto vale per qualunque altra persona che vive sul suolo italiano senza fornire alcuna generalità, si debba gridare alle leggi razziali e all’epurazione. Semmai è proprio il contrario a volerla vedere nel modo corretto: significa eliminare sacche di illegalità, perché nessuno dovrebbe poter vivere nell’anonimato senza documenti, ed equiparare i diritti ed i doveri di queste persone a quelle di chiunque altro che, quando nasce, viene registrato all’anagrafe del proprio comune. A me pare assolutamente normale che sia così. Per tutti.

E meno male che qualcuno ci sta finalmente pensando.

Aggiungo quest’altro dato: i cittadini italiani all’estero sono iscritti in un registro, almeno chi non vuole darsi in contumacia, e lo Stato li conosce, invia loro comunicazioni.

Per entrare in un qualsiasi paese, per diletto o per lavoro, servono documenti. Perché in Italia dovremmo permettere, e continuare a permettere, ingressi e residenze senza conoscere le identità?

Diamo a tutti gli stessi diritti, chiediamo a tutti gli stessi doveri. Questo per me è uno Stato equo.