CENTO SI’ BIELLA NO


“Cento di questi giorni!!!” avranno urlato, brindando, i tifosi della locale società di basket della cittadina ferrarese quando hanno saputo che la BANCA SELLA è diventata il loro main sponsor.
E fin qui nulla di strano per i centesi amanti del parquet anzi, un grande risultato perchè questo matrimonio porterà sicuramente molto ossigeno alle casse della società sportiva e, di conseguenza, permetterà di disputare un campionato di A2 ai massimi livelli.
E a noi biellesi? Fruitori per eccellenza della “Banca del territorio”?
È giusto e doveroso ricordare che in passato gli eredi del Quintino nazionale hanno sponsorizzato la fu “Pallacanestro Biella”, come è altrettanto vero che noi biellesi continuiamo a usufruire dei servizi dell’istituto bancario locale e contribuiamo a alimentarne il profitto.
Ognuno con i suoi soldi è libero di fare ciò che crede ma, è anche vero che, se spesso ci viene propinata la tiritera di Banca Sella come esclusivo emblema biellese di “banca del territorio”, è altrettanto vero che, di conseguenza, ci si aspetterebbe una concreta vicinanza anche al territorio. E non solo una sterile sede storica.
Tutti sappiamo che le sponsorizzazioni spesso sono dovute a meri interessi finanziari e per far cassa e non per “amor cortese” nei confronti della compagine sportiva di turno. Potrebbe essere questa la motivazione che ha portato la Banca ad espatriare la sponsorizzazione al di fuori del suo Biellese.
A prescindere da queste ipotesi ed elucubrazioni, è lapalissiano che a Biella il basket era una realtà molto importante, seguita e amata da una marea di tifosi che, diciamolo, portavano anche tanta allegria, vivacità ed entusiasmo in una città non certo tra le più famose per queste caratteristiche. Poi si giocava in serie A, l’Amministrazione ci aveva anche investito, credendoci, costruendo un nuovo super palazzetto per poter continuare quell’avventura…poi tutto è crollato.
Forse, allora, se in quel periodo buio, lo stesso interesse manifestato per Cento fosse stato dimostrato con un concreto atto d’amore anche alle pendici del Mucrone, oggi in serie A2 ci sarebbe ancora una squadra biellese. Perché non c’è stato questo interesse? Forse non bastavano i conti dei tantissimi clienti biellesi in Banca Sella da anni, se non da generazioni, per scegliere di sostenere un investimento di salvataggio nel proprio territorio? Forse non c’era fiducia nella dirigenza della società sportiva o forse, ancor peggio, anche se mi pare impossibile da credere, si è volutamente lasciato andare tutto alla deriva per “sgarri” ricevuti in passato? Sta di fatto che oggi BANCA SELLA sarà main sponsor a Cento e non a Biella.
Sono state centinaia le rimostranze sui social da parte dei sostenitori del basket biellese ma non ho letto nessun “caporione” o esponente politico locale che abbia esternato il proprio disappunto sposando il volere della tifoseria e credo che, oltre al solito “aplomb” della classe politica biellese che reciterà, presumibilmente così, “ognuno con i propri denari fa ciò che vuole”, ci sarà probabilmente la massima cautela, ovvero il silenzio, per evitare qualsiasi tipo di critica che potrebbe costare cara, sia a destra che a sinistra, parlando di vil pecunia, per non rischiare aiuti economici in ottica di collaborazione pubblico-privato per qualche futura iniziativa istituzionale.
Dispiaciuti per il trattamento, o meglio per la mancanza di considerazione, allora come oggi, per la nostra realtà biellese, resta tanta amarezza, ben sapendo quanto si è perso in termini economici, sportivi e di orgoglio biellese.
L’unica cosa certa è che da oggi Banca Sella non è più la nostra banca del territorio, ma è e rimarrà una banca che, tra i tanti clienti che ha, ha anche tantissimi biellesi.
E se dopo questa scelta legata probabilmente solo al business, proprio quei biellesi facessero lo stesso, per amor di territorio, dirottando i propri risparmi e investimenti verso altri istituti di credito?
Tutta questa storia triste mi ha fatto tornare in mente la barzelletta con cui esordì un anno fa Mario Draghi, allora presidente del Consiglio, alla cena con la stampa estera a Villa Aurelia, per far sorridere la platea: «La conoscete la storia del trapianto di cuore? Vengono proposti due cuori a un paziente, uno è di un giovane di 25 anni in splendide condizioni fisiche, l’altro è di un banchiere di 86 anni. Il paziente sceglie il secondo. Perché mai?Chiedono i medici. Perché non è mai stato usato, risponde il paziente».

Guido Dellarovere