Vicini agli ultimi, accanto ai primi. Questi obiettivi si deve prefiggere la scuola pubblica italiana, una volta superata la fase d’emergenza nella quale ci troviamo per la pandemia. All’attenzione del ministro Patrizio Bianchi ho posto la questione degli studenti definiti “plus-dotati”, cioè con un quoziente intellettivo pari o superiore a 130, riconosciuti dalle normative vigenti all’interno del sistema degli alunni con bisogni educativi speciali. Si tratta di bambini che, dalle materne in avanti, mostrato qualità particolari. A oggi non esiste, nonostante le raccomandazioni del consiglio d’Europa, una vera e propria normativa che tuteli questi bambini e ragazzi, che rappresentano nel nostro Paese circa il 2 per cento della popolazione scolastiche, che sale addirittura al 7% se si considerano coloro che hanno un Q.I. tra il 120 e il 129. Si tratta di studenti che possiedono un vero e proprio dono, che non va sprecato, nel loro interesse e in quello delle rispettive famiglie. A oggi solo alcune associazioni specializzate fanno da ponte tra questi giovanissimi studenti e le istituzioni scolastiche pubbliche. Ho chiesto quindi che il Governo si prenda carico di creare strutture formali che possano accogliere questi giovani e giovanissimi che apprendono con facilità, memorizzano senza fatica e hanno capacità di pensiero astratto molto sviluppate. Si tratta di una risorsa per le famiglie e per il Paese, che la scuola italiana deve riconoscere, valorizzare e indirizzare all’interno di percorsi riconosciuti. Per il loro bene, delle loro famiglie e dell’Italia di domani.
On. Cristina PATELLI
Per vedere il mio intervento di questa mattina in
VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE) clicca qui: