Vassallo rispetti la legge. E prenda le distanze da chi augura la morte alle persone

L’ho dichiarato a “La Stampa”: non posso certo fare perizie calligrafiche alle scritte che si auguravano la morte dei cacciatori comparse sui cartelli sulla Serra, ma ci ha pensato il solito Vassallo degli animali a ipotizzare le responsabilità.

Prima afferma che non può certo sapere chi ha imbrattato i cartelli, spiegandoci che sono 20 attivisti e migliaia di simpatizzanti, ma poi non prende le distanze dal gesto, anzi, noncurante del fatto che imbrattare i cartelli sia reato (oltre a minacciare di morte la gente), si dice d’accordo con i messaggi, facendo riferimento ad un confuso concetto di libertà d’espressione.

Allora ci tengo a spiegare le norme basilare a questo sedicente animalista nostrano.

La libertà d’espressione va praticata nella legalità. Facile arroccarsi dietro alla libertà di pensiero quando per esprimerla si commette un reato.

Quella non è libertà, è reato. E mentre noi cacciatori non infrangiamo alcuna legge e cerchiamo di evitare che nel Biellese la popolazione dei cinghiali superi quella dei residenti, imbrattare e augurare la morte sono reati, non libertà di pensiero.

Spero che Vassallo comprenda questi concetti e anziché essere d’accordo con dei potenziali assassini (quelli reali, da ciò che scrivono contro i cacciatori) per una volta rispetti la legge e prenda le distanze dai delinquenti.