E’ davvero difficile armarsi di pazienza e provare a rispondere a chi non possiede il minimo senso della realtà. Quando si è faziosi e in mala fede per “ragione di vita” ogni parola rischia di essere sprecata. Tuttavia ci proverò, per l’ennesima volta.
Lontano dalla realtà, ancora una volta è Vassallo, non certo i cacciatori.
Che il Dardo sia letto da cacciatori quando riporta articoli di caccia mi sembra un’ovvietà. Sprecare tre righe per affermarlo, come ha fatto Vassallo, dovrebbe già bastare per farsi un’idea. Ma proverò ad andare avanti. Libertà, giustizia e rispetto sono valori molto più presenti in un cacciatore che in un attivista pluridenunciato.
Perché il cacciatore non si arroga il diritto di decidere chi vive o chi muore: contribuisce, come uno dei tasselli della natura, a riequilibrare un ciclo vitale che nel tempo si è semplicemente sbilanciato. Le parole che riserva Vassallo ai cacciatori dovrebbe riservarle anche per i macelli, se fosse coerente.
Ma invece la grande distribuzione va bene (o comunque non viene mai citato dal Vassallo) e chi caccia è il male. Non è così: un tempo c’era solo la caccia, con l’agricoltura, per consumare pasti equilibrati. E c’era anche equilibrio nella natura. Oggi gli ungulati sono in enorme esubero e cacciarli restituisce soltanto in parte equilibrio al ciclo della natura.
La faccio breve: la violenza è nei modi e nel pensiero. Vassallo è più violento di un cacciatore, perché è un intollerante. Non ho mai visto cacciatori assalire un vegetariano. Ciascuno è libero di vivere e cibarsi di ciò che vuole, ma nel rispetto dell’altro. I cacciatori ce l’hanno, questo rispetto per le persone. I nazi vegani no.