La cultura italiana oggi celebra il suo simbolo più importante: Dante Alighieri. Non è mai semplice stilare delle classifiche, specie per un Paese come il nostro, denso di artisti, scrittori, poeti, letterati che ne hanno percorso e scritto la storia. Ma Dante è qualcosa di più. Dante è l’icona della letteratura del nostro Paese in patria e all’estero. La sua Commedia ancora oggi non sente il peso del trascorrere del tempo. La studiamo ancora a scuola, per fortuna, e quando non siamo più studenti di tanto in tanto la citiamo, la rileggiamo, trovando sempre nuove occasioni di riflessione. La Divina Commedia è un capolavoro talmente assoluto che la sua riscoperta continua si adatta al cambio dei tempi. E resta attuale.
Il 25 marzo da qualche anno è il Dante dì. Quest’anno la data assume un significato particolare perché coincide con i 700 anni dalla morte del Poeta, una data che quest’anno è ricca di celebrazioni e di eventi, anche se nella maggior parte dei casi virtuali o online. E’ un tempo apparentemente lunghissimo, ma solo a prima vista. Un tempo, soprattutto, nel quale la storia d’Italia ha attraversato molteplici fasi, fino alla Repubblica d’oggi. Chissà come vivrebbe, Dante, il nostro tempo? Lui che era un appassionato e animato frequentatore della vita politica fiorentina, della sua società medievale, cosa racconterebbe dell’oggi? Difficile immaginarlo. Certo è, meno male, che possiamo ancora beneficiare dei suoi scritti e mi auguro sinceramente che non si smetta mai di studiarlo a scuola, perché certi capolavori universali sono senza tempo e potranno senz’altro essere d’esempio in futuro come lo sono stati nel passato.
On. Cristina PATELLI