Patelli: “Perché investire milioni in una nuova piattaforma quando esiste, e funziona molto bene, RaiPlay?”

COMUNICATO STAMPA
Presentata un’interrogazione al ministro Franceschini. La leghista Patelli: “Perché investire milioni in una nuova piattaforma quando esiste, e funziona molto bene, RaiPlay?”

la scorsa primavera, il Ministro per i beni e le attività culturali e il turismo, Dario Franceschini, annunciò l’idea di creare una piattaforma italiana allo scopo di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento: una sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con una nuova modalità.
Qualche giorno fa, in occasione delle chiusure selettive di alcune regioni, il Ministro Franceschini, ha garantito che quell’idea è già stata finanziata con 10 milioni di euro: si tratta della Netflix della cultura italiana, cioè una piattaforma digitale pubblica, a pagamento, che il governo sta costruendo con Cdp, e che può offrire a tutta Italia e tutto il mondo l’offerta culturale del nostro Paese – sostiene il ministro -, e aggiunge inoltre che sarà finanziata con parte dei soldi del Recovery Fund.
L’onorevole della Lega Cristina Patelli non è rimasta indifferente ai due annunci, e nutre forti perplessità sull’operazione culturale proposta dal ministro: “Non vi è nulla oltre agli annunci in merito alla proposta: non sappiamo infatti chi si stia occupando della creazione della piattaforma, a chi è destinata, quanto costerà alle casse dello Stato in tutto, se davvero verranno utilizzati i soldi del Recovery Fund, chi ne curerà i contenuti, ma soprattutto non conosciamo il punto di vista dei creatori dei contenuti culturali i quali, a leggere alcune reazioni, sembrano tutt’altro che entusiasti dell’idea”.
E poi continua: “In Italia esiste una società pubblica che si occupa di produzione, creazione e distribuzione di contenuti culturali e di intrattenimento: la Rai. Il 13 novembre del 2019 è debuttato RaiPlay, un portale che registra numeri importanti: 4mila titoli e migliaia di ore di visione, 600 documentarti, 256 titoli di teatro, 300 di musica, film fiction e serie e contenuti per i ragazzi che sono stati raggiunti da almeno 23 milioni di persone, di cui almeno 16 milioni sono utenti fidelizzati. I dati sull’utenza, poi, dicono che metà del pubblico di Rai Play è sotto i 44 anni e il 34% del suo pubblico ha meno di 34 anni, ovvero proprio il target storicamente più difficile da raggiungere per la Rai e più affine all’utilizzo di nuove tecnologie. E allora mi chiedo, a fronte di questi dati, se l’idea di replicare una piattaforma streaming che raccolga contenuti multimediali culturali non appaia un doppione rispetto anche solo, ad esempio, all’esperienza di RayPlay”.
Conclude Patelli: “Davvero Franceschini ritiene necessario ideare e costruire un nuovo contenitore capace di diffondere in streaming la cultura italiana agli italiani e nel mondo, invece di utilizzare e potenziare la piattaforma pubblica RaiPlay e le risorse interne “Rai”, aprendo magari alla possibilità di accedere anche all’estero alle produzioni artistiche italiane? Per fare questa domanda al ministro ho deciso di presentare un’interrogazione”.

On. Cristina PATELLI

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