Parto con un’immagine, che è quella del lago di Ceresole Reale, perchè è particolarmente vicino a noi. In questo lago artificiale, creato da una diga che si può vedere sulla destra, è stato possibile ricavare un luogo turistico. L’acqua della diga, il suo flusso controllabile, può garantire risorse idriche a portata costante, energia. Se parliamo di sport può consentire ad esempio competizioni di rafting, perchè quando serve si può alimentare il corso d’acqua. Ma la grande attrattiva turistica è il lago. intorno ci sono bar ristoranti, ci sono zone dedicate alle attività sportive. Si può percorrere in anello facendo trekking o biking e in acqua è possibile praticare windsurf, canottaggio, kajak. E d’inverno, quando il lago diventa ghiacciato e cade la neve, la pista intorno al lago diventa una pista di fondo, generando assieme all’ice park di cascate di ghiaccio per l’arrampicata un’attrattiva turistica valida 365 giorni l’anno.
Questo è un esempio virtuoso, se non credete a me potete navigare un po’ il sito che, guarda caso, si chiama turismo Ceresole.
http://www.turismoceresolereale.it/it/home.
Ma questo non è l’unico esempio, perchè chi ha saputo sfruttare le dighe per generare economia positiva si trova anche in Lombardia, in Trentino e anche nel centro Italia.
Diversi specchi d’acqua realizzati artificialmente per produrre energia idroelettrica oppure per fini estetici o naturalistici, sono diventati importantissimi habitat di riproduzione di alcune specie di uccelli, piccoli paradisi per la fauna nonché mete ambite da sportivi e appassionati di birdwatching. Situato nel cuore del Parco Nazionale della Sila, (https://siviaggia.it/vacanze-natura/itinerario-in-calabria-nel-verde-parco-della-sila/133051/) nella provincia di Cosenza, il lago Ariamacina è un piccolo invaso artificiale costruito per scopi idroelettrici tra il 1953 e il 1955, che nel tempo si è adattato perfettamente all’ambiente circostante, tanto da apparire naturale. Dal 2002, l’area è diventata Oasi Naturalistica attrezzata per il birdwatching, la prima in Calabria, poiché rappresenta un sito di particolare interesse per la tutela degli uccelli migratori che periodicamente sorvolano la palude o vi stazionano.
Il lago Goillet, dalle meravigliose acque turchesi, è un piccolo bacino artificiale in Valle d’Aosta. Un gioiello d’acqua turchese, in cui si specchia il maestoso Cervino. Progettato per la produzione di energia idroelettrica e per l’innevamento programmato delle piste da sci, in particolare della pista Ventina, è un piccolo capolavoro incastonato in un magnifico scenario naturale, raggiungibile con una bella camminata da Plan Maison, rinomata località montana del comune di Valtournenche, nella conca del Breuil. https://siviaggia.it/vacanze-natura/fotonotizia/viaggio-valtournenche-ombra-monte-cervino/296498/
Incastonato tra splendidi paesaggi collinari, il lago artificiale di Corbara è stato creato negli anni Sessanta con la realizzazione di una diga lunga 641 metri. Oltre a toccare le città d’arte di Orvieto e Todi, è una meta ambita dagli amanti della natura, poiché fa parte dell’area protetta Parco Fluviale del Tevere. Qui si possono avvistare splendidi aironi e altre specie di uccelli, compresi esemplari rari, ma anche praticare diverse attività sportive, tra cui il canottaggio.
Il lago di Capotosto è il più grande bacino artificiale d’abruzzo. E’ situato interamente in provincia dell’Aquila, venne creato con la costruzione di tre dighe, allo scopo di utilizzarne le acque per il funzionamento delle centrali idroelettriche della valle del Vomano. Si estende ai piedi dei Monti della Laga, https://siviaggia.it/viaggi/fotonotizia/parco-nazionale-gran-sasso-monti-della-laga/294095/ con una caratteristica forma a V, simile a quella del bacino lacustre preesistente durante l’era glaciale. Circondato da una lussureggiante vegetazione, il lago di Campotosto è rinomato tra gli appassionati di canoa, pesca ed escursioni in bici.
Realizzato artificialmente nel 1950 con lo sbarramento del fiume Sangro, il lago di Barrea è un magnifico specchio d’acqua situato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo e circondato dalle vette dell’Appennino. Sul bacino, che si sviluppa a un’altitudine pari a 980 metri, si affacciano i tre incantevoli borghi di Barrea,Villetta Barrea e Civitella Alfedena. https://siviaggia.it/viaggi/fotonotizia/alto-sangro-abruzzo-sognare/304880/
Il luogo ideale dove trascorrere momenti di puro relax in armonia con la natura incontaminata.
Il lago artificiale di Montespluga è una suggestiva conca d’acqua incastonata tra le montagne. Situato in Alta Val Chiavenna, lungo il percorso della statale 36 tra Madesimo e il Passo Spluga, è chiuso a sud da due dighe, dominato a est dal Monte Cardine, che sfiora i 2500 metri, mentre a ovest è incorniciato dalle cime del Pizzo d’Emet, dello Spadolazzo, dell’Ursaregls e del Pizzo Suretta.
Il lago Omodeo è il bacino artificiale più importante della Sardegna e per molto tempo si è fregiato del primato di più grande d’Europa. Realizzato tra il 1919 e il 1924, con uno sbarramento del fiume Tirso nella gola di Santa Chiara D’Ula, è una meta turistica particolarmente apprezzata, per lo splendido paesaggio dal fascino selvaggio che lo incornicia. Qui, quando il livello dell’acqua cala, si vede affiorare il suo passato sommerso con i nuraghi, le tombe dei giganti, il villaggio di Zuri e quella che viene chiamata la “casa del custode”.
Il lago di Conza è un invaso artificiale nato dallo sbarramento del fiume Ofanto. Rappresenta con le aree a valle della diga la più estesa zona umida della Campania. È compreso nell’Oasi del Lago di Conza, una splendida riserva naturale di 800 ettari situata nei comuni di Cairano e Conza della Campania, in provincia di Avellino. L’area riveste una grande importanza a livello nazionale ed internazionale soprattutto per la variegata e popolosa avifauna che vi staziona o vi nidifica, durante le migrazioni tra l’Eurasia e l’Africa.
Incastonato nella val di Sangro, a una trentina di chilometri dalla costa adriatica, il lago di Bomba è stato ottenuto sbarrando il fiume con una diga in terra battuta, la prima a essere realizzata con questa tecnica in Europa nel 1962. Meta ideale per gli amanti del windsurf e della pesca sportiva, è circondato da borghi molto pittoreschi, arroccati in posizione panoramica, a dominare dall’alto questo affascinante specchio d’acqua.
Potrei andare avanti con tanti altri esempi.
Parlare pubblicamente di diga, senza pensare minimamente che la diga crei laghi artificiali che possono rappresentare un’opportunità, è un atteggiamento miope, o parziale.
Ho deciso di fare questi esempi perchè mi sembra che il dibattito sia un po’ povero da questo punto di vista. Mi sembra che molti leoni da tastiera siano bravi a insultare la sottoscritta o il presidente della Regione Cirio ma non dimostrano altrettanto acume nel provare anche solo, mica dico riuscire, a estendere un po’ il ragionamento e farlo uscire dalla sfera ideologica.
L’ho detto e scritto nei giorni scorsi: nel Biellese la battaglia contro l’invaso è puramente ideologica ed è figlia del passato.
C’è una certa sinistra che si definisce ambientalista che è schierata ideologicamente contro l’invaso (per fortuna non tutta) e lo fa per partito preso ormai. Queste persone, poche, all’interno di qualche associazione, usano come leva la “paura per la diga” che peraltro, seppur piccola, c’è già in quei luoghi. E non guardano alle potenzialità che, come ho avuto modo di elencare, altri territori hanno colto nel tempo. Certo, per farlo bisogna essere aperti alla discussione e poi, alla negoziazione.
La Provincia dovrebbe essere l’ente sovracomunale deputato ad occuparsi di queste questioni, come minimo. Non vedo come i singoli piccoli comuni, da Portula a Coggiola o Pray, e via dicendo possano singolarmente immaginare un piano di sviluppo territoriale complessivo. Negozierebbero piccoli micro vantaggi perdendo di vista le macro opportunità per un territorio.
Si badi bene: io non ho alcun vantaggio che la diga si faccia o meno. Ma so ascoltare gli agricoltori e le loro associazioni, so guardarmi intorno per comprendere come altri territori abbiano trasformato il presunto problema in opportunità. E infine, posso rammaricarmi, non tanto se l’invaso si farà o non si farà, ma per la chiusura di una certa parte del territorio che dovrebbe davvero, specie in tempo di crisi, dimostrare una maggiore capacità di apertura di vedute, slegandosi dai retaggi ideologici del passato.
On. Cristina PATELLI