Nel Biellese 2500 fagiani liberati in 36 Comuni: questi i dati reali (anti delatori)

COMUNICATO STAMPA
Lancio Fagiani: in tre giorni liberati 2500 esemplari in 36 comuni del Biellese. Dellarovere: “Attenzione alle segnalazioni false, che pretendono (a torto) di destabilizzare il mondo della caccia”
Ciò che ruota intorno al mondo della caccia, sempre più spesso, è un atteggiamento prevenuto, di censura e accanimento. In realtà i cacciatori, e i loro rappresentanti, a più voci cercano di spiegare come in realtà il mondo venatorio sia molto più attento e rispettoso di quanto lo si voglia dipingere. E’ per questo che le notizie andrebbero verificate, specie da parte di chi è deputato a farlo, per evitare ulteriori sbilanciamenti e levate di scudi che, peraltro, sono ingiustificate alla luce dei fatti.
E’ il caso del recente lancio di fagiani nel Biellese, che ha suscitato polemiche legate allo scarso numero di Comuni interessati oltre che per il numero di esemplari. Spiega il presidente del comparto alpino e dell’ambito territoriale di caccia di Biella Guido Dellarovere: “Mi dispiace leggere numeri casuali sui giornali, anche perché la verifica è piuttosto semplice. E mi dispiace molto di più immaginare che qualche manipolo di delatori interni al mondo della caccia continui a destabilizzare, per modo di dire, il comparto. Nei giorni scorsi, tra il 24 e il 26 luglio, in tutto il Biellese, su 36 comuni, sono stati lanciati 2500 fagiani. Non si tratta dunque di 4 o 5 comuni, ma di un numero molto più ampio e rappresentativo di tutto il territorio, da Curino a Viverone, passando per tutte e tre le valli del territorio. Credo che a leggerla nel modo corretto, la notizia del lancio, non dovrebbe suscitare alcuna preoccupazione per i cacciatori, che potranno cacciare in ogni zona”.

Il presidente del comparto alpino, poi, conclude con una nota personale: “Ho letto recentemente una lunga e forbita lettera del signor Attilio Cicuta, nome vero o nome d’arte poco importa, che in tempi moderni, per tutto ciò che cita potrei definire un mio follower o, in alternativa, uno stalker. Il Cicuta cita mie dichiarazioni a suo comodo, adducendo nei miei confronti accuse false. In altre parole, il signore in questione legge solo ciò che fa comodo a lui, come spesso capita in questi casi. Io personalmente, come ogni serio cacciatore che rappresento, ho sempre preso posizione ferma contro il bracconaggio. Sempre. E Sarà sempre così. Ciò che si finge di non capire è che talvolta, proprio perché conosco il mondo della caccia e i suoi attori, mi pongo delle domande e mi faccio venire forti dubbi quando leggo che un cacciatore si ferma a bordo strada e spara in mezzo al bosco, piuttosto che altre notizie sensazionalistiche. Tra bracconaggio e caccia c’è un confine netto come il giorno e la notte. Leggo epiteti del Cicuta quali fascio-razzisti della caccia, ma ricordo al signore che l’Arci caccia esiste e non ha nulla di destra, né di fascio, né di razzista, posto che questi due termini possano essere accostati con tanta facilità a un partito politico. Non voglio comunque fare politica in questa risposta, la caccia, appunto, non ha un colore politico e non deve averlo. Comprendo che il signor Cicuta sia contro la caccia, ma lo invito a informarsi meglio prima di sentenziare accuse piuttosto false. O a leggere meglio le mie dichiarazioni sui giornali”.