Alla fine tutta la storia della diciotti sta diventando la metafora di uno stato che ha perso il senno.
A ripercorrerla dall’inizio, tutto risulta ancora sfocato e langue la chiarezza. Tante le domande sollevate nei primi giorni ancora senza risposta, una su tutte: si sono adottati provvedimenti nei confronti di Malta che nel mediterraneo si lava le mani e si limita a fare da scorta ai barconi modello Caronte europeo, dove “l’altra sponda” continuano sempre e solo ad essere le coste italiche?
Se fino a che navigavano in acque maltesi i migranti erano al sicuro e senza problemi, come dichiara Malta, perché appena entrano in acque italiane accorre Diciotti a salvare bambini, uomini e donne in difficoltà, malati, denutriti con segni di abusi e violenze?
Perché se dobbiamo prendere per buona la narrazione mainstream, allora dovremmo farlo sempre e le procure forse dovrebbero iniziare ad aprire fascicoli proprio contro i maltesi.
Arriviamo allo stato di accusa promossa da una procura della repubblica, DELLA REPUBBLICA, contro il ministro dell’Interno reo di difendere il territorio nazionale, fino a giungere a ieri, dove il ricevente delle richieste saviniane, neo supereroe delle sinistre, il magistrato Patronaggio, vuole raccogliere i nomi dei migranti imbarcati perché essendo “parti offese” possano costituirsi contro il ministro dell’interno.
Il solo fatto che il magistrato non abbia i nomi, rende evidente che sono scesi senza la possibilità di essere identificati, quindi cosa farà il pm aprirà fascicoli usando nomi di fantasia, nazionalità di comodo e eta’ presunte?
Considerando che la lotta e’ tra una parte politica e l’altra sia in Europa che tra i rappresentanti dello stato, mi attendo cause intentate da: “Migrante 1 – Migrante 2”.