IL DARDO DEL 29 GENNAIO: la gogna mediatica della sinistra e dei 5 stelle che non rispetta la privacy delle persone

La gogna mediatica proposta da certi soggetti è incomprensibile.

Il fatto stigmatizzato è il seguente: il consigliere comunale di Biella della Lega Franco Mino viene spiato alle spalle da qualcuno presente in aula durante un Consiglio comunale a Biella (un giornalista? Un usciere?) e viene fotografato alle spalle, con lo smartphone in mano, mentre sul cellulare compare la foto di una donna, peraltro vestita, mica nuda, che potrebbe essere una modella, una rockstar, la cameriera di un bar o una militante leghista vestita da carnevale.

Non ha molta importanza neppure che sia una donna e che la foto provenga da facebook o da chissà dove in realtà, perché la questione è un’altra.

Sappiamo se quando è stata scattata quella foto, rubata, alle spalle del consigliere, il consiglio non fosse in pausa?

Sappiamo se per caso fosse l’inizio della seduta, con l’appello ancora da fare e quindi prima dell’inizio?

Ovviamente no. L’autore viola la privacy di una persona che non sta facendo nulla di che, se non lo zapping su un social piuttosto denso di ogni genere di cosa, e casualmente si imbatte su una foto che lo incuriosisce e viene trattato al pari di chi picchia la moglie: in breve da consigliere comunale passa a voyeurista senza ragione, solo per bassa e squallida propaganda.

Chi ha rubato quella foto e l’ha data in pasto ai giornali senza contesto, senza il minimo rispetto della privacy, senza autorizzazioni, dovrebbe vergognarsi. Il partito democratico e le liste civiche (incivili direi) dovrebbero fare altrettanto: vergognarsi di mettere alla gogna un uomo e la sua famiglia senza ragione.

E trovo questo fatto ancora peggiore visto che si tratta degli stessi politici che si indignano se Salvini citofona alla gente.

Persone che chiedono a gran voce il ritorno a toni secondo loro più civili e poi usano mezzi al limite della legalità, mezzucci, spiate, per fare un po’ di bassa propaganda. E se diranno che la foto non l’hanno scattata loro, senz’altro l’hanno condivisa su ogni social possibile, correi con l’autore dello scatto.

Queste persone, questi politici da strapazzo, dovrebbero vergognarsi di come si comportano. E non deve farlo il povero Mino, vittima incolpevole, che se anche avesse scorso due minuti il telefono durante un Consiglio di 10 ore, nulla avrebbe tolto ad alcuno, tanto meno alla Città che serve come consigliere comunale.