LE PAROLE DI CONTE DOMENICA SERA… IL NULLA

Quattro chiacchiere con l’on. Cristina PATELLI commentando la conferenza stampa del Primo Ministro Giuseppe CONTE.

Domenica sera, all’ora di cena, Conte ha presentato l’ennesimo DPCM, quello che dovrebbe guidare l’Italia nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

Una conferenza stampa che illustra una serie di provvedimenti che entreranno in vigore a partire dal 4 maggio, con un elenco di riaperture scaglionate, nuove libertà personali, sebbene il premier non perda occasione per ribadire “con tutte le prescrizioni del caso”. Un decreto che non convince e le critiche non si fanno attendere. Estremamente scettica sui contenuti e le modalità del provvedimento anche la parlamentare biellese della Lega Cristina Patelli: “Nel discorso di Conte ci sono macroscopiche dimenticanze: la questione Scuola e Università, il problema degli asili chiusi, il Turismo che, ricordo al Premier, rappresenta il 15% del Pil e su cui non è stata detta nemmeno una parola. Di turismo vivono 5 milioni di Italia, molti dei quali stagionali.
Intere categorie sono state dimenticate. L’argomento Scuola, che interessa non soltanto milioni di studenti, ma anche le rispettive famiglie e gli insegnanti è stato omesso, se non richiamato timidamente a fronte di una domanda specifica a fine conferenza stampa. E’ assurdo. Padri e madri magari il 4 maggio potranno tornare a lavorare, ma i figli dovranno restare a casa e svolgere compiti e videoconferenze. I bimbi piccoli a chi verranno affidati? E i ragazzini minorenni con chi faranno didattica a distanza, visto che non si potrà certo contare sui nonni che sono l’anello fragile di questa emergenza sanitaria. Come faranno a organizzarsi i genitori, col bonus babysitter? L’accesso al bonus baby sitter é una truffa all’intelligenza. La pratica é complicata e, l’ INPS stessa segnala questa criticità comunicando i pochi casi di richieste di accesso.”

Onorevole Patelli, oltre al non detto, che cosa non ha soddisfatto le sue aspettative all’interno del nuovo DPCM? In fondo ci si avvia verso riaperture e nuove concessioni…

“Mi sarei sicuramente aspettata un provvedimento più coraggioso, certamente più liberista, invece mi sembra sia l’ennesimo provvedimento che non soddisfa nessuno. Siamo stanchi, dopo 47 giorni di isolamento c’è chi comincia a cedere anche a livello nervoso e Conte, assieme alla sua task force di esperti, dovrebbe avere maggior polso della situazione”.

Ripartiranno molte attività, tuttavia.

“A che prezzo? La cassa integrazione non arriva, i mutui e le bollette sono la spada di Damocle sulla testa dei contribuenti che in questi mesi hanno incassato zero, ma devono pagare ugualmente gli affitti, le tasse, i dipendenti, i fornitori. Ma parliamo di chi non riaprirà se non fra un mese, come i ristoranti e i bar. Posto che riescano a riaprire, dopo aver perso in questi 2 mesi decine di migliaia di euro. Lo stato non ha dato nulla, la situazione per loro è diventata insostenibile. Chiedono di lavorare in sicurezza e sanno benissimo che comunque il lavoro sarà un quarto rispetto a prima, ma almeno ci vogliono provare a risollevarsi in tempo. Lo stato li ha abbandonati alla morte economica.

E le migliaia di parrucchieri, i barbieri e i centri estetici? Non si capisce l’accanimento nel costringerli ancora alla serrata: sarebbero pronti con appositi dispositivi e l’accorgimento di ricevere su appuntamento un cliente alla volta, sanificando i locali spesso. Perche non farli aprire, allora? Vogliamo farli fallire? È un atteggiamento criminale. Il punto debole del ragionamento del governo è il rischio di abusivismo: la gente fra poco inizierà ad arrangiarsi (e molti l’hanno già fatto) affidandosi spesso a figure che non rispettano protocolli sanitari. Chi ritiene che aprire un salone estetico/parrucchieri/servizi alla persona (con visiera e DPI) costituisca un rischio-contagio, preferisce che girino abusivi a destra e a manca.
Per le palestre e i locali di intrattenimento poi non c’è nemmeno una data fissata per la riapertura e hanno avuto zero aiuti. Spostare le lancette in avanti di un mese, per tantissimi è una condanna a morte: partite iva, artigiani, negozi….attività commerciali che quando potranno tirare nuovamente su le serrande lo faranno per portare i libri in tribunale per il fallimento. E il Governo diventa complice del loro fallimento, perché lo Stato li ha dimenticati, non li ascolta quando chiedono solo di poter lavorare in sicurezza come tanti altri settori fanno.”

In realtà il Presidente del Consiglio ha sottolineato come gli aiuti stiano arrivando, che l’Inps sta lavorando alacremente per soddisfare tutte le domande

“Su questa affermazione stenderei due veli pietosi: il primo perché affermare che gli uffici dell’Inps in un mese hanno elaborato le pratiche che di solito svolgono in 5 anni è l’affermazione di un fallimento, significa che in condizioni normali non si lavora. Il secondo perché non si può pensare che questi aiuti, i famosi 600 euro di elemosina, quando arrivano, possano integrare 3 mesi di fermo forzato. Non dimentichiamoci poi che questo governo ha scaricato sulle spalle dei sindaci innumerevoli responsabilità e oneri. I 400 milioni divisi per 60 milioni di italiani fanno 7 euro a testa, col risultato che i bonus spesa li pagheranno i sindaci perchè il governo ha solo anticipato di qualche settimana i soldi del Fondo di Solidarietà comunale, soldi che già spettavano ai Comuni.
E poi non parliamo di chi non è stato menzionato…”.

A chi si riferisce?

“Non si parla di regolamentazione dei tribunali, ma si fanno uscire i criminali, anche mafiosi o le bestie di satana.
Vuole qualche esempio? Le scuole guida. Sono state totalmente abbandonate. Di fatto il loro codice Ateco non è mai stato bloccato, ma dal momento che non si può fare formazione, e quindi erogare i servizi, tanto vale che riaprano. E’ un settore che conta 7000 addetti, messo letteralmente in ginocchio”.

Su piano personale migliora la qualità della vita delle persone. Sono concesse le visite parentali, ci si potrà spostare maggiormente. Non crede che questo sia un bene?

“Sono misure insufficienti: servono liquidità alle imprese, un anno bianco fiscale e risposte certe sull’arrivo della cassa integrazione. Sul piano personale, dopo 47 giorni gli italiani hanno bisogno di uscire e lavorare. Al momento non sono arrivate certezze, ma timidi approcci, accenni vaghi (si pensi ad esempio alle mascherine, ora si trovano, ma da nessuna parte costano 50 centesimi). Non prendiamoci in giro anche sulla nuova ritrovata socialità dal 4 maggio, nel permettere cene ma non feste, quale sarebbe la differenza, come la si stabilisce, chi lo decide? Per l’ennesima volta evitare contagi sarà rimandata alla sensibilità degli italiani perché non è chiaro che cosa le forze dell’ordine dovranno controllare e cosa no. Puoi andare a trovare un cugino o una zia ma non la tua fidanzata. È una cosa che lascia quantomeno perplessi e va chiarita. Come vanno chiarite un sacco di altre cose.”