Ormai siamo ogni volta al paradosso. Un tempo esistevano degli opinion leader preparati, che studiavano i temi, li approfondivano e immaginavano, a torto o a ragione, delle soluzioni di sviluppo e di crescita. Il nuovo secolo, invece, ci ha portato in dote anche a livello locale una caduta totale dei principi e, lasciatemelo dire, anche un po’ un superamento del senso del limite.
Ma come? Abbiamo appena finito di finanziare, fra mille difficoltà, una ferrovia elettrificata da Biella a Santhià, che ci permetterà di sfrecciare a Torino in tempi prima inimmaginabili, che ci renderà quasi un quartiere di Torino e che, a mio avviso, ci porterà nuova residenzialità e una crescita se ben pubblicizzata, che già parliamo a vanvera di portarci a Biella un Frecciarossa per andare a Milano.

Un’eresia, altro che utopia. Un’assurdità che non proporrebbe nemmeno un ragazzino delle scuole superiori una volta capito il concetto di differenza di linee, ma soprattutto, ancora più semplice, di differenza di servizio. E poi i giornali: la stampa che dovrebbe essere critica, che dovrebbe smascherare le puttanate e invece presta il fianco a racconti di pagine e pagine di caratteri senza mai porsi un problema, verificare. E tutto salvo poi lamentarsi che la gente non legge più, che le vendite crollano.
L’alta velocità, Frecciarossa o Italo, come cita un giornalista, pretende una linea di un certo tipo. Prevede anche delle tratte di un certo tipo. Non si vuole nemmeno più accettare il parere dei tecnici e degli studiosi. Un mese fa uno studio lautamente pagato ha consigliato senza poi nemmeno tanti giri di parole che fare una stazione intermedia sulla già peraltro presente infrastruttura ad alta velocità Torino-Milano sarebbe stata una stronzata. E per tutta risposta, gli industriali che dovrebbero essere il lungimirante faro del nostro sviluppo lavorativo e territoriale addirittura propongono un Frecciarossa a Biella? Ma diamine, la credibilità si costruisce da tante cose… Ma piuttosto studiamo e finanziamo, anche se complicata, una elettrificazione su Novara…. Oltretutto gli stessi industriali avevano individuato una specie di baffo al Brianco che avrebbe rapidamente e comodamente, stando seduti senza cambio, portato i biellesi anche a Milano con l’elettrificazione, così come farà verso Torino. Quindi due volte male, perché quindi contraddicono anche loro stessi. Stiamo vivendo veramente tempi difficili. E anche se mi sembra incredibile, rimpiango la serietà di una politica di sviluppo territoriale di un tempo. Oggi è solo una caciara a chi la spara più grossa. Una corsa infinita alla visibilità totalmente acritica.
