IL DARDO DEL 24 FEBBRAIO: MAGISTRATI & POLITICA

In attesa del  risultato delle elezioni regionali in Sardegna, del recente voto in Abruzzo si è scritto di tutto, ma contano i numeri e la vittoria del centro-destra unito che è stato il fatto politico concreto ed innegabile.

A margine una riflessione sul candidato del centro-sinistra e sinistra unita, il sen. GIOVANNI LEGNINI che aveva un curriculum notevole: avvocato, già nella segreteria regionale dello storico PCI abruzzese dal 1990 al 2002, venne eletto al Senato nel 2001 per il PD dove ci è restato fino al 28 febbraio 2014 quando venne promosso sottosegretario all’economia. Legnini ricoprì però quell’incarico solo fino al 30 settembre dello stesso anno perché venne poi nominato vicepresidente del CSM (ovvero il Consiglio Superiore della Magistratura, quello che di fatto dirige e controlla il lavoro dei Magistrati italiani).

Tenuto conto che il CSM è solo formalmente presieduto dallo stesso Presidente della Repubblica, è ovviamente  la figura del  “vice” quella che conta e da quella posizione Legnini ha verificato (e indirizzato) il lavoro di procure ed inquirenti, alle prese anche con inchieste “calde”, non ultima quella di Roma che ha coinvolto il padre di Renzi.

A dicembre – pur in carica nel suo ruolo al CSM – nuova “riconversione” alla politica ed eccolo candidato per la sinistra in Abruzzo.

 La domanda che pongo ai lettori è se considerino corretto che un politico  di conclamata partiticità passi a dirigere i Magistrati e poi tranquillamente se ne ritorni alla politica, andando dentro e fuori dagli incarichi come dalla porta di un bar.

Visto che la stessa Costituzione sostiene che il potere giudiziario debba essere staccato dal potere legislativo e da quello esecutivo visto che Legnini li ha ricoperti tutti e tre credo che un legislatore non dovrebbe poter passare da una parte all’altra, ma soprattutto mai e poi mai ritornare agli “antichi amori”.

Mi sembra non solo il minimo del buonsenso, ma anche della correttezza istituzionale e della trasparenza,  aspetti che però evidentemente interessano a pochi o a nessuno.Circa invece la questione delle indagini sui genitori di Matteo Renzi non sta a me sostenerne o meno la concretezza,  ma se i giudici leggono libri e giornali avranno pur notato che DA ANNI si sosteneva (vedi innumerevoli articoli su “La Verità”) che la coppia aveva inanellato delle presunte, reiterate  truffe sulla base di cooperative fantasma.

Posso capire ora lo sconcerto di Matteo e la tristezza per le accuse ai suoi genitori, ma è ridicolo pensare che si sia voluto aspettare ad arrestarli proprio questa settimana per “nascondere” i problemi interni al M5S.

I due verranno “scarcerati” probabilmente lunedì dopo il colloquio di garanzia, ma credo saranno condannati al processo che inizierà il 4 marzo…si accettano scommesse.