IL DARDO DEL 22 SETTEMBRE: LA PROVINCIA CHE VERRÀ?

Tanto tuonò che piovve.

Alla fine, il decreto milleproroghe è passato così come (quasi) tutti si aspettavano, suoi tifosi o suoi delatori e a breve, fra un mesetto, andremo al voto per eleggere una Provincia che non abbiamo ancora ben capito che cosa farà.

Ramella, paladino della sua rinascita, con tutta probabilità lascerà il passo al paradosso: un presidente tendenzialmente moderato, che transiterà l’ente sino a quando la Lega, a Roma, non deciderà di far passare la legge della sua riforma.

E finalmente porrà fine a questo scempio che, cosetta più o cosetta meno, a parte qualche manutenzione fatta con gli stanziamenti di Stato e Regioni per mantenere gli standard minimi, risulta essere una Provincia con scarsa o alcuna capacità di manovra.

Finisce dunque l’era Ramella. O forse no?

Mentre stavo considerando questa balzana legge Delrio che fa andare al voto per il presidente ma conserva un consiglio, che quindi resta slegato dal presidente e potenzialmente potrebbe metterlo in minoranza, e la cui elezione sarebbe sfalsata a gennaio, soltanto pochi mesi dopo, mi è venuta in mente una cosa piuttosto assurda.

Ma tanto assurda, come si suol dire, che potrebbe anche verificarsi e riassumersi questa volta con: tanto tuonò e poi non piovve.

Appurato che oggi la maggior parte dei sindaci che hanno eletto Ramella quattro anni fa è ancora di area affine (sono prevalentemente gli stessi), è facile immaginare che il candidato del centro sinistra sia ancora quello vincente.

E’ anche però abbastanza evidente, guardando alla rosa dei possibili candidati, che fra di essi non ci sia proprio il rappresentante ideale di quell’area. Si scenderà quindi a compromessi. E se conosco un po’ la politica, qualcuno questi compromessi vorrà prima governarli e poi tutelarli.

E da lì l’illuminazione: stai a vedere che il presidente uscente, che resta sindaco, per non uscire di scena, proverà a fare la classica mossa di quello che esce con gli onori dalla porta ma, anziché goderseli, tenta di rientrare di rimpasto dalla finestra.

E allora mi immagino un Ramella-bis che torna come consigliere e che farà in modo di diventare vice presidente. E con quel ruolo continuerà a fare più o meno quello che fa ora.

Un po’ come un novello Di Maio o Salvini nei confronti del Presidente del Consiglio Conte.

Morale: avremo davvero una nuova Provincia? Personalmente credo di no. Almeno fino al ritorno ad un ente con un significato concreto.