Quando uno si rende conto di essere totalmente fuori dalla luce dei riflettori, prova disperatamente a conquistarsi un briciolo di palcoscenico infamando gli avversari.
E’ il metodo Emanuele Ramella Pralungo, che nei bilanci di fine anno, nelle pagelle ai vari politici, non è stato nemmeno considerato da un giornale. Esattamente così: lui che crede di essere il salvatore della Provincia, dato che si evince dalle numerose auto-incoronazioni social, è stato ignorato dalla stampa locale, come se non fosse mai esistito.
Il suo lavoro non è valso neppure due righe di cordoglio nel racconto di un anno appena trascorso.
E allora cosa fa Ramella? Torna nel suo Comune, dimenticato per anni, lasciato al suo destino (e finalmente gli abitanti se ne stanno rendendo conto, tanto che una donna per poco non lo menava, recentemente, da quanto era insoddisfatta dai servizi erogati) e decide di conquistarsi un titolino di giornale dicendo che la minoranza è assente e che con lui le tariffe non sono state aumentate, pensando di poter recuperare un’assenza che è evidente.
Per prima cosa dovrebbe smettere di fare il sindaco di tutti quando ormai non riesce più nemmeno a fare il sindaco dei cittadini che lo hanno eletto. E lo dico perché agli elettori che la pensano come me, a lui non deve interessare come rendiamo conto noi della minoranza.
Lui che per bramosia di scalata non si è preoccupato per quattro anni del Comune, ma solo della Provincia, usando però il Comune, ancora oggi, come trampolino.
Ai Consigli comunali, l’avevo già detto ma è meglio ripeterlo, non partecipiamo perché non siamo mai stati coinvolti nella scelta di un orario adeguato. Ci sono sempre piovute dall’alto date in orari impossibili per chi, come noi, lavora da professionista. Ce lo siamo fatto andar bene, abbiamo iniziato a lavorare sul territorio spiegando e informando. Ma ora non posso accettare che una situazione creata da lui venga utilizzata contro di noi. Ripeto: se avesse convocato i Consigli in orari consoni, come fanno tutti gli amministratori che lavorano, ci saremmo stati.
E infine: è facile non aumentare le tariffe quando si tolgono i servizi: gli occhieppesi se ne sono accorti, la notizia vale un titolo solo sul giornale, perché in paese non c’è tutta questa felicità. Sono diverse le cose che mancano, avremo modo di elencarle in campagna elettorale. Intanto, dal 2000 le famiglie di Occhieppo Superiore ricevevano il calendario del Comune a casa. Da quest’anno se lo devono andare a prendere in Comune. E’ una piccolezza, ma intanto è un servizio in meno.