IL DARDO DEL 17 FEBBRAIO: FINTO AMORE IN CASA PD?

Da Valdilana a Biella: territori diversi ma stesse dinamiche all’interno del Pd.

Partiamo dal ridente neo paesino della valle.

I ben informati raccontano che la candidatura di Mario Carli a sindaco del paesello territorialmente bislungo appena formato sia stata tutt’altro che indolore, figura di comodo vicino al Pd ma “politicamente” legata a Wilmer Ronzani e alla sinistra più decisa.

I pettegoli racconterebbero infatti di una discesa biellese di Carlo Grosso, ex sindaco di Mosso che si sentiva altrettanto preparato, anzi meglio, del collega Carli per ricoprire l’incarico, per parlare con i suoi dirigenti di partito.

Ma parrebbe che la segreteria del Pd, sempre molto vicina all’ala sinistra del partito, lo abbia rispedito alle sue dimore.

A quel punto, altro che candidatura condivisa, sono scoppiati i fuochi d’artificio e un gruppo già idealmente spaccato si è trasformato in un’arena di invidie e odi, tanto che Grosso e Cristina Sasso, ex sindaco di Valle Mosso e politicamente affine a Grosso, hanno giurato di non candidarsi con Carli.

Il Pd locale della Valle, raccontano i ben informati, guidato da un ragazzino con ambizioni, ma assolutamente impreparato a gestire le situazioni di emergenza, ha passato la mano.

E per rimettere insieme i pezzi la stessa segreteria che aveva respinto le velleità di Grosso è intervenuta per far siglare un accordo fra le parti.

Un accordo di comodo tra mille veleni, che restano ugualmente. La candidatura di Carli non è che piaccia particolarmente e a molti è chiara la presenza di comodo dello stesso nel Pd, cosa di cui farebbe volentieri a meno se con i compagni veri avesse anche solo una garanzia di poter ottenere i medesimi benefici.

E Biella che c’entra? Bè, a questo punto mi sembra evidente.

C’è un candidato, il sindaco uscente Cavicchioli, che ha deciso di fare il candidato sindaco a dispetto di ogni critica, del basso consenso che ancora possiede in città, ostinato ad andare a sbattere da solo quando una buona parte del Pd che conta ancora a Biella, ha deciso di costruirgli una fronda ben architettata ma partita con estremo ritardo.

Probabilmente la spinta di Ramella Pralungo, costruita da tempo, ma rilanciata quasi fuori tempo massimo, non sortirà gli effetti sperati. Di certo Ramella potrebbe far valere il consenso da “salvatore della Provincia” che si è auto costruito negli ultimi anni, a suo vedere lusinghiero, in più rispetto a Cavicchioli, che ha fatto pochissimo per immaginare la Biella dei prossimi anni e la cosa più eclatante che ha lasciato alla città è un flop clamoroso: la sempre ferma e rotta funicolare.

Anche in questo caso ha vinto il sindaco uscente che conta di più, ma in questo caso l’avversario avrebbe avuto il consenso dei poteri forti del partito, colpevoli di aver pensato troppo tardi di piazzare la tagliola al sindaco ormai nudo, uscente e perdente.