IL DARDO DEL 14 OTTOBRE: MA ADESSO ANCHE I GIOVANI DI DESTRA HANNO DECISO DI ‘AMARE’ ERNESTO “CHE” GUEVARA ?

Sono semplicemente senza parole e con un profondo dolore!

Tutto in politica può cambiare, ma credo che vi siano in ogni caso limiti storico-politici ben precisi ed invalicabili.

Oggi credo che tutti questi limiti in realtà siano stati ‘superati’. Mi accade infatti di leggere (per precisione preferisco indicare la fonte: “La Verità” di sabato 13 ottobre 2018 alla pagina 22) che “i ragazzi di Gioventù Nazionale, movimento di Fdi, avrebbero un nuovo idolo: il “Che”.

Ed ovviamente ridiventa necessario e doveroso ricordare a questi ragazzi che Ernesto “Che” Guevara, oltre ad essere al servizio del comunismo, era di certo uomo “spietato, violento ed autoritario”.

Ma non solo: egli fu organizzatore e ‘direttore’ di  ben quattro campi di concentramento  a Cuba, dove venne messo a morte un numero spaventoso di avversari politici o presunti tali.

Ed ecco, come risulta dai documenti, controllati e verificati dal Vice-Direttore del quotidiano “La Verità”, come il “Che” spiegava la sua … ‘visione democratica’: “L’odio come fattore di lotta, che spinge l’essere umano oltre i limiti naturali e lo trasforma in un’efficace e fredda macchina per uccidere”.

Per questo noi trentenni dell’epoca, per fortuna non ancora, come oggi, fin troppo facile ‘preda’ della propaganda di sinistra e di certo all’oscuro dei crimini agghiaccianti dell’”eroe”della sinistra, partivamo dal ‘preconcetto’ (giustissimo come la Storia ha dimostrato) che il comunismo non poteva che partorire odio e morte e che non potesse in ogni caso offrire altro se non spietata dittatura e violenza terribile, e dunque sapevamo non farci coinvolgere dall’immagine certamente “bella” ed “attraente” che aveva ‘battezzato’ Guevara, che dunque disprezzavamo sia per le sue idee e soprattutto per quel che aveva già offerto al mondo con le immagini dei crimini già consumati.

Ora sembrerebbe che i giovani di Destra risultino irrazionalmente affascinati da quest’uomo politico, espressione visibile della capacità comunista di attrarre, di condizionare e di ingannare persino quei ragazzi che dovrebbero essere immuni in quanto già … “politicamente vaccinati”.

Mi pare quindi giusto e doveroso dire a questi giovani che probabilmente stanno sbagliando e che la strada da percorrere non solo non è quella, ma che il percorso storico-politico che si accingono ora a percorrere con “El Che” rischia di toccare i limiti della ‘criminalità umana e politica’ che il comunismo offre al mondo intero.

Sandro Delmastro delle Vedove