Siamo alle solite, a fine anno, il 20 dicembre, è scaduta l’autorizzazione di valutazione d’impatto ambientale relativa all’ampliamento della diga delle Mischie, meglio conosciuta come diga della Valsessera.
I contrari festeggiano con tanto di normative esposte, mentre i favorevoli non sono pervenuti, sia il proponente, alias Consorzio Bonifica Baraggia, sia coloro che, sottovoce, quando si è parlato di sviluppo della Valsessera, nicchiavano un parere favorevole.
È fin troppo troppo chiaro che tale opera, sita in una zona selvaggia sicuramente naturalisticamente bella, avrebbe un impatto visivo e forse, per gli amanti del paesaggio, la cosa deturperebbe la vista, però è altrettanto vero che quest’opera porterebbe una serie di migliorie e agevolazioni per le popolazioni a valle.
Non tedio con l’elenco delle positività e delle negatività ma è altrettanto vero che, se in qualche modo si vuole dare uno sviluppo concreto all’area della Valsessera, sicuramente la realizzazione dell’ampliamento dell’invaso aiuterebbe.
È curioso come ci sia un fuggi fuggi su questo argomento da parte della politica: se, effettivamente, come alcuni politici rossoverdi esternano il loro disappunto alla realizzazione, è devastante il silenzio da parte dei politici destrorsi che apparentemente non hanno mai condannato l’opera ma nemmeno si sono prodigati per stoppare le varie autorizzazioni.
Unica parlamentare che difese l’opera fu l’on. Cristina Patelli che venne lasciata sola dal suo partito a livello locale, mentre i suoi colleghi padani in consiglio regionale approvavano gli invasi in val Chiusella, sugli altri fronti dell’asse di centro destra nessuno è pervenuto, nemmeno il ministro dell’Ambiente, che mai come in questo caso, nella duplice veste di biellese e ministro potrebbe dare una svolta esternando pubblicamente se a parer suo “s’ha da fare” oppure no.
Ci sarà qualche nuova proroga? Forse sì, però sarebbe inutile se questo non avesse un seguito economico con il relativo finanziamento dell’opera, pertanto mai come in questo caso è inutile tenere il progetto a “bagno maria”. Se si proroga bisogna farla, diversamente lasciamo tutto il progetto negli archivi di Roma e continuiamo a guardare la diga esistente e la Valsessera sempre più sola e depressa.
Fatte queste considerazioni è doveroso, comunque, ribadire che abbiamo sempre più bisogno di acqua: per l’agricoltura, per la normale vita quotidiana…le riserve di montagna scarseggiano e, sicuramente, se la politica degli invasi non avrà un futuro, quando ci troveremo all’asciutto penseremo che la scelta di non disturbare il “carabus” o rovinare in qualche modo il paesaggio dell‘“abete bianco della cusogna” è stata una decisione che in futuro ci lascerà a bocca asciutta in tutti i sensi.
@guidodellarovere
@ildardo