Aprire, aprire presto e aprire tutto. Ovviamente in sicurezza. Ha ragione Matteo Salvini a mettere al centro dell’azione del governo le esigenze di tutte quelle categorie di italiani che hanno, dal punto di vista economico, sofferto maggiormente per l’emergenza sanitaria.
Da sempre la Lega è vicina a tutti quegli italiani che, spesso per misure inique del governo di sinistra e 5 Stelle, sono stati maggiormente penalizzati e colpiti dalla crisi.
Le manifestazioni di proteste, a Roma e a Biella, hanno evidenziato una situazione economica e sociale al limite della sopportazione di cui non si può non tener conto. Una situazione a cui va dato ascolto e merita rispetto.
E soprattutto risposte: “Scientifiche e non politiche” come ha detto giustamente il leader della Lega. Perché si tratta di italiani che lavorano e che, con le loro attività commerciali, rappresentano l’ossatura economica del nostro Paese.
Stato, Regioni e per quanto nelle loro competenze anche amministrazioni locali devono dare risposte immediate e certe ai cittadini. Se i dati confermano che alcune Regioni sono “gialle”, sulla base di valutazioni mediche, se ne prenda atto e si agisca di conseguenza per aprire scuole, aziende e attività.
L’emergenza sanitaria non va sottovalutata né va considerata conclusa.
Ma la sofferenza del Paese è troppo grave per rinviare a data da destinarsi il progressivo ritorno alla normalità. Il Governo Draghi, quindi, dia delle risposte immediate e delle risposte forti a tutti quegli italiani che hanno diritto al lavoro e alla salute.
Il ministro Speranza sia quindi all’altezza del suo ruolo, poiché chiamato a tutelare la salute pubblica ma salvaguardando contemporaneamente le esigenze sociali di famiglie di italiani colpiti duramente dalla crisi. Il tutto senza incertezze, senza tentennamenti. Bene fa la Lega a fare pressing sugli alleati di governo e sul premier, per tenere alta la bandiera di milioni d’italiani che non ne possono davvero più.
Non possiamo e non dobbiamo essere soli, noi della Lega. Tutte le forze responsabili che hanno a cuore le richieste d’aiuto di milioni di cittadini, devono impegnarsi per dare prospettive certe e tempi sicuri.
Discorso analogo per i vaccini. Si deve correre. E se l’Europa non è all’altezza della crisi in corso e delle esigenze degli stati membri, si sappia guardare anche altrove. Perché la salute degli italiani è al primo posto.
On. Cristina PATELLI