Il corpo è un potente strumento di comunicazione, emette un vero e proprio linguaggio. Come ci muoviamo, come camminiamo, come gesticoliamo, siamo noi; con il nostro carattere i nostri stati d’animo la nostra cultura, insomma, è la nostra grammatica.
Come lo copriamo è la punteggiatura. Con la punteggiatura,infatti, si creano stili, si evidenziano caratteri, generazioni, appartenenze. Non si può quindi, secondo me, porre divieti al modo in cui decidiamo di agghindarci, libera poi la critica, anche libera la derisione.
Tranne se l’abbigliamento diventa una “non scelta” , se l’abito diventa esso stesso un divieto a scegliere la propria personale “punteggiatura”. Non permettere l’utilizzo di burka o di burkini è porre un divieto a un divieto di libera espressione.