Bracconaggio da condannare sempre, ma la caccia è un’altra cosa e va difesa

Egregio Direttore,

ancora una volta mi trovo costretto a scrivere per difendere la categoria. I cacciatori, come ormai avviene con puntualità, specie da parte ci alcuni giornalisti, per fortuna non troppi, è stata subdolamente accostata al bracconaggio. I fatti su “Eco di Biella” raccontano di bracconieri che cacciavano in prossimità dell’abitato e che venerdì sera avrebbero sparato uccidendo una cerva di 200 chili sparando due colpi di fucile.

Voglio subito sgomberare il campo dai fraintendimenti: il bracconaggio va condannato senza se e senza ma. Se qualcuno giovedì sera (non venerdì come riporta l’articolo) ha sparato senza permesso per cacciare un ungulato va cercato e condannato. Però è anche necessario evitare di criminalizzare, con titoli e parole, la pratica venatoria, spettacolarizzando fatti che sono tutti da verificare e, in parte, inesatti. A cominciare dal peso dell’animale: in 30 anni di caccia mai ho visto cerve di 200 chili e se proprio qualcuno non vuole credere al sottoscritto, lo verifichi su wikipedia. Le femmine di cervo possono arrivare ai 95/100 chili al massimo e in zone dove sono più grosse. Ad esempio in Valsusa sono più pesanti che nel Biellese, zona nella quale pagano diversi chili di differenza. Sottolineo questo elemento perché ho ricevuto messaggi e telefonate da cacciatori di mezza Italia che mi chiedono ironicamente di voler venire a cacciare nel Biellese questi animali così eccezionali.

Altro elemento: le persone nei dintorni che hanno dato l’allarme hanno sentito un colpo, non due, ed era giovedì, non venerdì, come già detto. Un colpo che potrebbe anche essere lo scoppio di un petardo perché il dubbio resta, visto che per chi non è pratico non è così immediato distinguere lo sparo di un fucile da un petardo. Dico questo perché, se si vuole fare un’analisi corretta, non si può escludere che la cerva sia stata ferita a morte mercoledì, giorno di caccia, e che sia morta il giorno dopo, tentando di mettersi in salvo. Scrivo infine queste precisazioni perchè rilevo in ogni circostanza scarsa obiettività quando si parla di caccia. Si cerca sempre di mettere in risalto pericoli o elementi negativi, cosa che non viene fatta ad esempio con la pesca forse solo per il fatto che a praticare tale nobile disciplina abbiamo illustri giornalisti. Lo ripeto: se si aggirano bracconieri in zona vanno ricercati e puniti severamente, ma a volte i fatti possono avere una spiegazione più semplice e razionale. E prima di mettere in allarme gli abitanti di un luogo, sarebbe necessario valutare con attenzione cosa si scrive. La propaganda anti caccia fatta utilizzando a piacere elementi di cronaca non è produttiva per nessuno.

Tanto ci tenevo a precisare e la ringrazio in anticipo per l’attenzione

Il Presidente di ATC e CA Biella

Guido Dellarovere