Il Tavolo Animali e Ambiente, cui aderiscono le Associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente L’Aquilone, LIDA, OIPA, Pro Natura e SOS Gaia chiedono che si ascolti il parere del mondo scientifico, unanimemente schierato contro le modifiche che stanno per essere votate dalla Regione in Consiglio Regionale.
In particolare, gli animalisti contestano l’estensione della possibilità di caccia a ben 15 specie attualmente protette, quasi tutte di uccelli.
Tutte specie che – dicono gli ambientalisti – sarebbero in evidente sofferenza numerica e presenti nel nostro territorio spesso con numeri molto limitati.
Sulla vicenda commenta il presidente di Atc e Ca e F.I.D.C. Biella Guido Dellarovere, attuale massimo esponente del mondo venatorio nel Biellese: “Questi animalisti hanno sempre ignorato i pareri scientifici in passato ed ora, perché parrebbe far comodo a loro, li invocano.
La vicenda fonda le proprie radici sulla giunta Chiamparino, che aveva dimostrato una certa accondiscendenza verso le associazioni animaliste.
Quella giunta vietò la caccia alla pernice bianca e la lepre variabile, con l’intento dichiarato di impedire il prelievo venatorio a tutta la “tipica fauna alpina”, e cioè: gallo forcello, coturnice, pernice bianca e lepre variabile.
Ma come sempre la polemica è pretestuosa perché si tratta di specie prelevate solo dopo accurate verifiche sulla loro presenza.
Non è un caso, ma dovrebbe essere un elemento serio di valutazione che l’ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale) non abbia mai eccepito sull’inserimento di queste specie nel calendario venatorio regionale perché monitorate con cura.
Ecco dove sta la menzogna di chi ritiene i cacciatori persone che escono a sparare per gioco: quando i censimenti svolti in primavera al canto, e ripetuti in estate con il cane, segnalano un calo degli uccelli, i piani di prelievo vengono ridotti, o addirittura non si apre la caccia a quella specie.
E questo perché siamo persone serie. Non c’è nessun massacro e i giornali dovrebbero verificare meglio le notizie prima di dare voce a chi non sa essere obiettivo, ma si comporta da fanatico”.
Conclude Dellarovere: “In Italia, è bene ricordarlo a tutti, si caccia sulla base di leggi dello Stato e normative europee, cui bisogna sempre far più riferimento.
Poco servirebbe infatti proteggere da noi delle specie che, essendo migratrici, traversano tutta l’Europa nel corso dei loro spostamenti, e sono regolarmente cacciate negli altri Paesi, come Francia, Spagna, Grecia, e così via”.