IL DARDO DEL 7 AGOSTO: IL BUON MAGLIOLA E LUPO DE LUPIS

Lupi, dai fumetti alla realtà il salto è enorme caro Marziano Magliola.

Leggo con un certo sconcerto la lettera aperta a “La Stampa di oggi 7 agosto” nella quale il lupo viene considerato una sorta di animale buono alla “de Lupis” senza minimamente considerare i molteplici aspetti e le problematiche che con esso, e da esso, derivano, per chi la montagna la vive per lavoro, con le proprie greggi, che sono sussistenza e non certo hobby.

Leggo con sconcerto del solito conoscitore dei problemi degli allevatori e della montagna, come se fossero i suoi, che al massimo in montagna ci è stato per fare una passeggiata. L’ottuagenario Magliola, spinto dall’amore incondizionato nei confronti degli animaletti, non si rende conto neppure di cosa abbia scritto.

Non servono 100 o 1000 lupi per creare un danno, tanto per cominciare, perché ogni singola pecora morta costituisce un danno per ogni allevatore, a fine mese. E smettiamola anche con le ipocrisie. Se pensiamo che basti mettere un recinto elettrificato cerchiamo anche di renderci conto di cosa ciò significhi e comporti, perché le pecore delle nostre montagne non sono come quelle irlandesi, tutte compatte e tenute insieme vicine da un Border Collie. Da noi si estendono in montagna per ettari, anche, alla ricerca di erba da mangiare. E per l’allevatore, stendere ogni giorno chilometri di filo è un problema vero, pratico e di tempo. Certo, potrebbe farlo tutte le sere, ma alla sera, avendo sovente assieme alle pecore anche le mucche, è tempo di mungerle e quindi c’è altro da fare.

Ripeto: non è un problema il numero, ma la convivenza e l’esistenza dell’animale predatore deve essere regimentata. Qualche anno fa, ormai abbastanza direi, si diceva che qualche capo di cinghiale non avrebbe certo stravolto l’ecosistema. E guardiamo invece a che punto siamo arrivati oggi, con migliaia di cinghiali che si spingono anche nei giardini delle abitazioni private.

Ricordiamo che il progetto Wolf, che in Val Susa ha curato il reinserimento del lupo, ha generato la decimazione degli ungulati, perché il lupo sta alla larga dall’uomo, ma si nutre di ciò che la montagna offre. E dove trova greggi di pecore, ogni giorno può nutrirsene con facilità.

Siamo nuovamente invasi dai lupi? Non lo so io che vado in montagna tutte le settimane, anche perché non si vedono certo alle 12 al Rifugio Coda, e quindi immagino che nemmeno Magliola scriva conoscendo la situazione reale.

Il contenimento della specie può non essere l’unica soluzione, ma certamente è una soluzione di cui tenere conto, con buona pace di Cappuccetto Rosso e soprattutto di Lupo de Lupis.