SIAMO BELLA GENTE…

Quei pazzi che vanno a caccia io li conosco, li ho visti molte volte.

Come sono?

• La loro età va dai 5 agli 95 anni. A volte di più. Non hanno un lavoro in comune, alcuni sono diplomati, altri laureati, sono a capo della manutenzione di grandi aziende, medici, ferramenta, macellai, zootecnici, studenti, ingegneri, c’è di tutto.

• Alcuni escono con i loro genitori o i loro figli. Altri forgiano amicizie più forti del sangue in questo che la gente comune chiama erroneamente sport.

• Le loro case sono piene di animali impagliati. Hanno un congelatore per gli gli animali che cacciano ed hanno lmi palchi dei cervi in giardino.

Ve lo dico io che sono pazzi.

Le persone normali li considerano pazzi e forse lo sono:

• nelle vostre case avete tutto il cibo che potete mangiare, perché andare per cacciarne ancora di più?

• In città avete tutta l’acqua che volete bere, perché soffrire la sete?

• Avete un letto morbido e caldo. Perché dormire in terra nel bel mezzo di una gelata?

•Perché vi prendete il rischio di cadere in un burrone?

•A volte si espongono ad attacchi di animali selvatici e magari per cosa? Per un cervo?

Sembrano bambini:

• Li ho visti tutto l’anno risparmiare denaro per poter comprare fucile e cartucce.

• Scherzano e si ammazzano di risate intorno ad un falò. Tornano a vivere avventure passate, a raccontare le storie più e più volte.

• Le loro facce irradiano felicità quando controllano al poligono che i loro fucili siano tarati e pronti per la prima uscita.

La loro follia non li lascia capire che quello che fanno non è normale:

• Ho visto come sopportano freddi polari che gli pungono i polmoni aspettando quell’unica anatra che arriverà alla loro tesa o camminare con la punta del naso ghiacciata cercando avidamente quella beccaccia che gli fa perdere il sonno da mesi.

• Molti sono malati dalle ginocchia, alla punta del naso. Questo non li ferma. Continuano ad uscire.

• Li ho visti anche in piena estate, con oltre 40 gradi, imprecando sotto il sole di mezzogiorno, in procinto di collassare, con un capriolo sulla schiena.

• Si alzano alle 4:30 del mattino con un freddo che ti mangia le ossa.

• Li ho visti correre incontro ai loro compagni che stanno issando un cinghiale da un dirupo. La gioia è di tutti. Dicono che non si caccia da soli. Alcuni lo chiamano lavoro di squadra.

• Toccano con le loro mani gli escrementi degli animali e sono felici se sono freschi.

• Ho visto come lasciano tutto quello che stanno facendo per andare a cercare un compagno che non risponde al telefono. Sono in grado di camminare il doppio di quello che hanno già camminato solo per trovarlo e portargli un pezzo di pane ed un po’ d’acqua anche se sono esausti come o più di lui.

•Li ho visti scavare ore con pale e picconi per stanare una volpe o recuperare un cane.

• Quando abbattono un cinghiale, grazie a Dio, tirano fuori i coltelli per sventrarlo. Si macchiano tutti di sangue e non gli importa.. sul serio sono pazzi.

•Entrano nei fiumi in pieno inverno per recuperare una preda abbattuta senza curarsi del freddo.

• Caricano sulle loro schiene cinghiali pieni di zecche e non gli importa. Persino ridono.

• Li ho visti tornare dopo 30 km di cammino senza trovare una singola beccaccia ma contenti. Contenti come bambini. Che cosa sono allora?

Lo ribadisco, sono pazzi.

Li ho visti molte volte. Io li conosco, li conosco bene.

E sai perché li conosco? Perché io sono uno di loro.

Guido DELLAROVERE