Progetto lupo: in piena pandemia già spesi oltre 5 milioni per consulenze, materiali e viaggi. E mentre la sanità arranca, per il predatore in arrivo altri 12 milioni per la seconda fase del progetto.
Stiamo vivendo mesi complicati. Difficili. Le persone, intere famiglie, generazioni si italiani stanno combattendo giorno dopo giorno per sopravvivere al covid-19. E non mi riferisco soltanto in termini sanitari, ma aggiungo quelli sociali, perché molte persone hanno perso il lavoro, cresce anche al nord il tasso di disoccupazione e nei prossimi mesi la situazione è destinata a peggiorare. In questo contesto la sanità, nell’ultimo anno, in attesa del vaccino e delle vaccinazioni, ha fatto passi da gigante: le terapie intensive sono meno frequentate da pazienti in fin di vita per coronavirus e se moltissimo è stato fatto per controllare i sintomi e prevenire le morti, molto è dovuto all’indomito impegno di medici e infermieri. Ma la sanità ha bisogno di risorse. Continuamente. Lo testimonia ora la rincorsa ai vaccini. Servono fondi. E servono ora.
Perché questa lunga premessa da parte di un cacciatore sulla sanità? Perché in piena pandemia, quando lo Stato avrebbe dovuto razionalizzare al massimo le risorse necessarie, mi è capitato di analizzare con maggiore dettaglio le 152 pagine del cosiddetto “Progetto lupo”. E sono rimasto piuttosto sorpreso dagli importi che il Governo ha deciso di destinare a un carrozzone che ha il solo pregio di assecondare un mondo ambientalista piuttosto cieco, che neppure durante la peggior emergenza sanitaria di cui un uomo possa avere memoria diretta ha pensato di soprassedere al suo autosostentamento. Provo a sintetizzare qualche numero, che non arriva come sempre dalla presunta e mai verificata imparzialità dei cacciatori, ma dalla direzione di un’area protetta, nel dettaglio quella della Alpi Cozie.
Sintetizzando: 2,6 milioni di euro sono spesi per il personale dedicato al progetto. La bellezza di 131mila euro per meeting, hotel, benzina e pedaggi. 1,75 milioni di euro per consulenza commissionate all’estero (!). E già questo farebbe discutere. Ma poi aggiungiamo ancora 550 mila euro per espositori, foto-trappole, video proiettori e altre attrezzature e 350mila euro, non bruscolini, per materiali di consumo.
Tutte queste cifre, in alcuni casi importi davvero “pesanti”, farebbero andare di traverso la giornata a molti, ma non basta. Tutte queste cifre sono soltanto relative alla prima fase del progetto lupo e che la seconda stanzierà altri 12 milioni di euro (di cui 7 milioni provenienti dall’Unione Europea). Per molti saranno numeri per il lupo, evidentemente. Per me, e per molti come me, si tratta soltanto di numeri dello spreco. Numeri su cui varrebbe la pena meditare.